Territorio e Ambiente
Villaggio del neolitico, incontro tra sindaco e soprintendenza
Stabiliti i passi da compiere lungo il percoso
Modugno - mercoledì 27 febbraio 2019
18.40
Nei giorni scorsi, il Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bari, dott. Luigi La Rocca aveva già espresso al Sindaco di Modugno, "vivo apprezzamento per l'acquisizione da parte del Comune di Modugno dell'importante insediamento in oggetto".
E questa mattina, presso l'area del villaggio neolitico portato alla luce a metà anni '90, il Sindaco di Modugno, Nicola Magrone, l'Assessore ai Beni Culturali, William Formicola e una delegazione di tecnici del Comune, hanno incontrato la dott.ssa Francesca Radina in rappresentanza della Soprintendenza per discutere dei futuri, comuni progetti di recupero e valorizzazione dell'importante insediamento risalente al VI-V millennio avanti Cristo, situato tra le coltivazioni agricole a breve distanza dal casale fortificato di Balsignano. Progetti e azioni che oggi sono praticabili proprio in forza dell'acquisizione al patrimonio pubblico avvenuta nel 2017 ad opera dell'Amministrazione Magrone e del Consiglio Comunale, i quali esercitarono, per la prima volta dalla scoperta dell'insediamento, il diritto di prelazione (strumento che consente alle amministrazioni pubbliche particolari poteri di intervento nel nome del prevalente interesse pubblico) bloccando di fatto l'ennesima cessione tra privati (al costo di soli 10.000 euro) del fondo sul quale insiste l'esteso villaggio neolitico. L'area in questione, dopo le scoperte fatte con la campagna di scavi archeologici nelle lame del territorio barese a inizio anni '90, fu sottoposta nel 1995 a vincolo di tutela diretta (vincolo archeologico L. 1089/1939) con un Decreto del Ministro dei Beni Ambientali e Culturali nel quale si riconosce il particolare interesse archeologico del sito rilevando che il suo ritrovamento, insieme ai numerosi reperti portati alla luce, "fa supporre di essere di fronte ad uno dei più complessi e fortunatamente meglio conservati insediamenti del Neolitico Antico peninsulare, da datare tra la fine del VI ed il V millennio [...]".
L'incontro di oggi, finalizzato a una prima ricognizione delle attività di recupero e valorizzazione che si potranno svolgere nell'area dell'insediamento neolitico, è servito a stabilire i necessari primi passi da compiere lungo il percorso che ha come obiettivo finale la fruibilità pubblica: le manutenzioni (dallo sfalcio dell'erba alla realizzazione di un'idonea recinzione dell'insediamento), la ripresa della campagna di scavi, un'infrastrutturazione di base del sito, l'emersione definitiva del giacimento archeologico.
Intanto, ben presto potrà cominciare una specifica attività di valorizzazione. Il Comune di Modugno, è infatti risultato beneficiario di un finanziamento di 98.000 euro previsto dal bando regionale per «Restauro e interventi conservativi strutture in pietra a secco della Puglia», fondi che serviranno al restauro conservativo e al recupero di un manufatto in pietra che figura tra le altre testimonianze archeologiche, all'interno del villaggio neolitico (intervento individuato con la collaborazione del Gal "Nuovo Fior d'Olivi" di cui il Comune di Modugno) .
LA SCHEDA
Il sito, secondo il Piano Regolatore Comunale, ricade in parte in zona con vincolo ambientale, in parte in zona agricola di salvaguardia ambientale.
Il villaggio neolitico di Balsignano, abitato da comunità di agricoltori e allevatori della Bassa Murgia barese, è uno dei riferimenti primari nello studio del processo di neolitizzazione dell'Italia sud-orientale. Sito a circa 8 km dalla costa adriatica a SO di Bari, ad una quota di 82 m s.l.m., si estende su un ampio pianoro calcareo proteso lungo un'ansa di Lama Lamasinata, a breve distanza dal casale di Balsignano d'epoca medievale.
Gli scavi estensivi condotti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia dal 1993 al 2002 hanno evidenziato due fasi principali di vita, nel Neolitico Antico (metà del VI millennio a.C.) e nel Neolitico Medio (fine VI - prima metà del V millennio a.C.).
Alla prima fase si riferiscono le fondazioni di due capanne rettangolari, all'esterno delle quali erano pavimentazioni con basole calcaree e focolari su basole. Il tipo di struttura, di cui in questo caso è ricostruibile il perimetro, trova riscontro nelle architetture insediative di molti dei siti coevi della Bassa Murgia barese come Carrara S. Francesco, Masseria Maselli, S. Gabriele, Titolo. A 20 metri da una delle capanne era ubicata la tomba con fossa ovale e il fondo rivestito da lastrine e pietre informi, entro cui era adagiato un soggetto femminile adulto (37-46 anni d'età alla morte), con il capo poggiato su una lente di cenere e lastrine arrossate dal fuoco, fortemente contratto sul fianco sinistro e il busto coperto da quattro lastre informi. Priva di corredo, presso le mani, era deposta la mandibola di un ovicaprino.
Caratterizzante è la presenza, accanto alla tipica produzione di ceramica impressa a crudo, di decorazioni, attestate su forme aperte di ceramica più fine.
Attrezzi da lavoro in pietra scheggiata su selce e in ossidiana costituivano parte residua di un più ampio armamentario degli agricoltori di Balsignano, utilizzati per la raccolta dei cereali e il trattamento di altre piante erbacee come le canne palustri.
Altre attività artigianali erano la lavorazione della materia dura animale, della ceramica, del legno, della pelle. Alla fase del Neolitico medio è riconducibile la struttura di una terza capanna forse più connessa con attività produttive che residenziali in senso stretto, delimitata da blocchi di calcare con al centro un battuto argilloso dove era allestito un focolare di forma circolare, nei pressi del quale si concentrava la maggior quantità di reperti ceramici. Alle stesse fasi insediative può a grandi linee correlarsi la sepoltura, prospiciente il lato orientale della più antica capanna, con soggetto maschile (età alla morte di 35-40 anni), in posizione contratta sul fianco destro, entro fossa quadrangolare contornata da blocchi litici, priva di corredo.
La sequenza di Balsignano è oggi un riferimento per molti siti noti da superficie dell'area murgiana costiera, in particolare per l'architettura delle capanne ben conservata, altrove nota solo da brevi tratti incompleti, che consente di ipotizzare con buona approssimazione pianta ed elevato. (Il villaggio neolitico di Balsignano, in "Balsignano - Un insediamento rurale fortificato", Adda 2015, volume realizzato nell'ambito delle attività di recupero e valorizzazione del Casale di Balsignano con fondi PO FESR 2007/2013)
E questa mattina, presso l'area del villaggio neolitico portato alla luce a metà anni '90, il Sindaco di Modugno, Nicola Magrone, l'Assessore ai Beni Culturali, William Formicola e una delegazione di tecnici del Comune, hanno incontrato la dott.ssa Francesca Radina in rappresentanza della Soprintendenza per discutere dei futuri, comuni progetti di recupero e valorizzazione dell'importante insediamento risalente al VI-V millennio avanti Cristo, situato tra le coltivazioni agricole a breve distanza dal casale fortificato di Balsignano. Progetti e azioni che oggi sono praticabili proprio in forza dell'acquisizione al patrimonio pubblico avvenuta nel 2017 ad opera dell'Amministrazione Magrone e del Consiglio Comunale, i quali esercitarono, per la prima volta dalla scoperta dell'insediamento, il diritto di prelazione (strumento che consente alle amministrazioni pubbliche particolari poteri di intervento nel nome del prevalente interesse pubblico) bloccando di fatto l'ennesima cessione tra privati (al costo di soli 10.000 euro) del fondo sul quale insiste l'esteso villaggio neolitico. L'area in questione, dopo le scoperte fatte con la campagna di scavi archeologici nelle lame del territorio barese a inizio anni '90, fu sottoposta nel 1995 a vincolo di tutela diretta (vincolo archeologico L. 1089/1939) con un Decreto del Ministro dei Beni Ambientali e Culturali nel quale si riconosce il particolare interesse archeologico del sito rilevando che il suo ritrovamento, insieme ai numerosi reperti portati alla luce, "fa supporre di essere di fronte ad uno dei più complessi e fortunatamente meglio conservati insediamenti del Neolitico Antico peninsulare, da datare tra la fine del VI ed il V millennio [...]".
L'incontro di oggi, finalizzato a una prima ricognizione delle attività di recupero e valorizzazione che si potranno svolgere nell'area dell'insediamento neolitico, è servito a stabilire i necessari primi passi da compiere lungo il percorso che ha come obiettivo finale la fruibilità pubblica: le manutenzioni (dallo sfalcio dell'erba alla realizzazione di un'idonea recinzione dell'insediamento), la ripresa della campagna di scavi, un'infrastrutturazione di base del sito, l'emersione definitiva del giacimento archeologico.
Intanto, ben presto potrà cominciare una specifica attività di valorizzazione. Il Comune di Modugno, è infatti risultato beneficiario di un finanziamento di 98.000 euro previsto dal bando regionale per «Restauro e interventi conservativi strutture in pietra a secco della Puglia», fondi che serviranno al restauro conservativo e al recupero di un manufatto in pietra che figura tra le altre testimonianze archeologiche, all'interno del villaggio neolitico (intervento individuato con la collaborazione del Gal "Nuovo Fior d'Olivi" di cui il Comune di Modugno) .
LA SCHEDA
Il sito, secondo il Piano Regolatore Comunale, ricade in parte in zona con vincolo ambientale, in parte in zona agricola di salvaguardia ambientale.
Il villaggio neolitico di Balsignano, abitato da comunità di agricoltori e allevatori della Bassa Murgia barese, è uno dei riferimenti primari nello studio del processo di neolitizzazione dell'Italia sud-orientale. Sito a circa 8 km dalla costa adriatica a SO di Bari, ad una quota di 82 m s.l.m., si estende su un ampio pianoro calcareo proteso lungo un'ansa di Lama Lamasinata, a breve distanza dal casale di Balsignano d'epoca medievale.
Gli scavi estensivi condotti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia dal 1993 al 2002 hanno evidenziato due fasi principali di vita, nel Neolitico Antico (metà del VI millennio a.C.) e nel Neolitico Medio (fine VI - prima metà del V millennio a.C.).
Alla prima fase si riferiscono le fondazioni di due capanne rettangolari, all'esterno delle quali erano pavimentazioni con basole calcaree e focolari su basole. Il tipo di struttura, di cui in questo caso è ricostruibile il perimetro, trova riscontro nelle architetture insediative di molti dei siti coevi della Bassa Murgia barese come Carrara S. Francesco, Masseria Maselli, S. Gabriele, Titolo. A 20 metri da una delle capanne era ubicata la tomba con fossa ovale e il fondo rivestito da lastrine e pietre informi, entro cui era adagiato un soggetto femminile adulto (37-46 anni d'età alla morte), con il capo poggiato su una lente di cenere e lastrine arrossate dal fuoco, fortemente contratto sul fianco sinistro e il busto coperto da quattro lastre informi. Priva di corredo, presso le mani, era deposta la mandibola di un ovicaprino.
Caratterizzante è la presenza, accanto alla tipica produzione di ceramica impressa a crudo, di decorazioni, attestate su forme aperte di ceramica più fine.
Attrezzi da lavoro in pietra scheggiata su selce e in ossidiana costituivano parte residua di un più ampio armamentario degli agricoltori di Balsignano, utilizzati per la raccolta dei cereali e il trattamento di altre piante erbacee come le canne palustri.
Altre attività artigianali erano la lavorazione della materia dura animale, della ceramica, del legno, della pelle. Alla fase del Neolitico medio è riconducibile la struttura di una terza capanna forse più connessa con attività produttive che residenziali in senso stretto, delimitata da blocchi di calcare con al centro un battuto argilloso dove era allestito un focolare di forma circolare, nei pressi del quale si concentrava la maggior quantità di reperti ceramici. Alle stesse fasi insediative può a grandi linee correlarsi la sepoltura, prospiciente il lato orientale della più antica capanna, con soggetto maschile (età alla morte di 35-40 anni), in posizione contratta sul fianco destro, entro fossa quadrangolare contornata da blocchi litici, priva di corredo.
La sequenza di Balsignano è oggi un riferimento per molti siti noti da superficie dell'area murgiana costiera, in particolare per l'architettura delle capanne ben conservata, altrove nota solo da brevi tratti incompleti, che consente di ipotizzare con buona approssimazione pianta ed elevato. (Il villaggio neolitico di Balsignano, in "Balsignano - Un insediamento rurale fortificato", Adda 2015, volume realizzato nell'ambito delle attività di recupero e valorizzazione del Casale di Balsignano con fondi PO FESR 2007/2013)