Scuola e Lavoro
Modugno, gli studenti della Tommaso Fiore scrivono a Liliana Segre
La II C dell’istituto di istruzione secondaria superiore ha voluto rivolgere alcuni pensieri alla senatrice
Modugno - mercoledì 26 febbraio 2020
18.47 Comunicato Stampa
Il mese scorso, in occasione della Giornata della Memoria, la città di Modugno ha voluto conferire la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre. E i ragazzi dell'istituto Tommaso Fiore, sollecitati dai docenti, hanno voluto rivolgerle alcuni pensieri, sintetizzati nella lettera che vi proponiamo interamente di seguito.
Gent.ma Senatrice Liliana Segre,
siamo gli alunni della classe II sez C dell'Istituto di istruzione secondaria superiore Tommaso Fiore di Modugno, un paese alle porte di Bari, che proprio il 27 gennaio appena trascorso, in occasione della Giornata della Memoria, Le ha conferito la cittadinanza onoraria. A scuola, studiando in diritto chi sono i senatori a vita, abbiamo incontrato il suo nome e, su invito della nostra docente (la prof.ssa Roberta Mazzotta), ci siamo documentati sulla sua biografia attraverso la visione di video e la lettura di alcuni brani tratti dal suo libro "Fino a quando la mia stella brillerà". Al termine di questo lavoro ognuno di noi ha voluto dedicarLe un pensiero, scaturito da una riflessione personale sui tanti episodi della sua vita, sia per ringraziarLa, ma soprattutto per esprimerLe la nostra solidarietà e vicinanza per le recenti vicissitudini che hanno colpito la sua persona che, per noi, è come quella di una nonna che vogliamo idealmente e teneramente abbracciare. Al nostro lavoro si è unita anche la nostra Dirigente, prof.ssa Rosaria Giannetto e il suo messaggio concluderà questa bellissima esperienza di scrittura emotiva. Un gruppetto di noi, con l'aiuto della prof.ssa, ha raccolto e selezionato i vari messaggi che Le inoltriamo con questa lettera sperando che Le giungano e possano dimostrarLe che non vogliamo essere "Indifferenti", proprio nel significato che Lei, carissima Senatrice, ha voluto attribuire a questa parola, cioè "complici del male". Ecco i più significativi:
Carissima Senatrice,
Abbiamo ammirato il suo coraggio e La ringraziamo, per averci fatto conoscere, attraverso la sua storia, gli orrori di quel periodo. Ci chiediamo solamente :"Come fa ancora il 15,6% degli italiani a ritenere che la Shoah non sia mai avvenuta?" (Christian, Gaetano, Fabrizio)
Privare una persona dei suoi diritti fondamentali è contro natura e significa trasformare l'uomo da soggetto ad oggetto. (Brayan)
Carissima Senatrice,
Lei dice di aver provato rimorso per non essere riuscita a dire "Addio" alla sua amica Janine mentre la conducevano a morte, ma in quel momento era la paura a dominare. E la paura è un sentimento tipico dell'uomo: anche Gesù Cristo sulla croce ha avuto paura. Secondo me, nonostante tutte le atrocità subite, i suoi aguzzini non sono riusciti ad eliminare la sua "umanità" tanto che questa, nel corso degli anni, si è risvegliata ed ha pienamente riscattato quel momento di debolezza. La sua testimonianza quotidiana negli
incontri con i giovani è la dimostrazione che Lei è capace di Amare e di donare Amore a tutti. (Alessio)
La visione dei filmati e l'ascolto delle sue parole hanno suscitato in me tristezza, disgusto, rabbia e felicità. I primi sentimenti sono ovvi: le immagini, le parole parlavano sin troppo chiaro, ma la felicità? Sì, proprio felicità perché alcuni, (troppo pochi purtroppo) sono sopravvissuti e sono diventati testimoni viventi di quali atrocità l'odio razziale possa produrre e, soprattutto, possono essere per noi giovani generazioni un monito a non ripetere certi errori, a non sottovalutare certi segnali che possono preludere al sorgere di nuove dittature. (Jonathan)
È sconvolgente, quanto Le è accaduto, cara Senatrice: infatti a tredici anni vivere l'esperienza del campo di concentramento è davvero aberrante: A quell'età un bambino dovrebbe giocare e divertirsi e nessuno dovrebbe impedirglielo, tanto più usando come giustificazione la tutela della "razza", parola che, secondo me, il vocabolario dovrebbe cancellare anche in riferimento agli animali. Quello che ci ha colpito maggiormente è che nelle sue parole non si avverte neanche un pizzico di rancore o, peggio, una voglia di vendetta per chi le ha rubato gli affetti più cari e gli anni della sua fanciullezza. Grazie per il bellissimo insegnamento di non rispondere al male con il male, ma con l'Amore. (Swami e Claudio)
Nell'ascoltare il racconto della fuga dall'Italia con la sua famiglia, quando Lei dice che i contrabbandieri, che, dietro lauto compenso, vi hanno dato il passaggio, vi hanno abbandonato a pochi metri dalla frontiera, lanciando al volo i vostri bagagli, abbiamo pensato alle tante immagini e notizie quotidiane di scafisti che si comportano allo stesso modo con chi, sacrificando i risparmi di tutta una vita cerca disperatamente di arrivare in Italia su qualche barcone ed abbiamo pensato che la storia si ripete anche se con attori
diversi. (Cristian e Gianluca)
Sono stata colpita, cara Senatrice, dal suo racconto e dal comportamento della sua maestra che, quando suo padre la invitò a casa affinchè Le spiegasse perché non poteva più frequentare la scuola, pronunciò solo queste pochissime, durissime e freddissime parole: "Mica le ho fatte io le leggi razziali". Immagino quale grandissima delusione abbia provato soprattutto per averle sentite provenire dalla bocca di chi, Lei, orfana di mamma dall'età di un anno, aveva sperato potesse svolgere il ruolo della figura materna che le mancava. La vita toglie, ma poi dà ed anche con gli interessi; infatti, Le ha dato la fortuna di sopravvivere, di formare una sua famiglia ed oggi di essere la nonna di tanti ragazzi, come me, ai quali ricorda quotidianamente di essere sempre vigili ed attenti nel respingere i pericoli del razzismo. Grazie per il tempo che ci dedica (Rosa)
Cara Senatrice,
La stimiamo e l'ammiriamo per aver condiviso con noi, che potremmo essere i suoi nipotini, il suo dolore che, con il tempo si è trasformato in speranza e voglia di vivere. Ci piace quell'immagine che Lei ripete spesso di "una gamba dietro l'altra". Le sue parole ci hanno insegnato a scegliere sempre la Vita anche quando tutto sembra essere perduto. (Alessia e Marco)
Carissima Senatrice,
del suo racconto mi ha colpito che quando, durante la "marcia della morte", Lei e le sue compagne incontraste dei soldati russi che si rivolsero a voi usando la parola "Poverette", ciò fu un grandissimo conforto che le diede la forza di continuare il cammino nonostante tutto. Ebbene ho avuto modo di riflettere di quanto, a volte, le parole, possano essere davvero un'arma potentissima in grado di ferire o di portare sollievo (come nel caso concreto) a chi in quel momento è completamente distrutto e non ce la fa più e vorrebbe abbandonare tutto e tutti. Quella semplice parola "poverette" è servita per richiamarla alla vita ed io voglio ringraziarLa per averci ricordato che la vita non va sprecata, non va mai dimenticata neppure per un secondo. (Ilaria)
La nostra classe è particolarmente vivace e, talvolta qualche docente ha difficoltà a svolgere la lezione: ebbene durante la lettura dei brani tratti dal suo libro, in classe c'era un silenzio strano. Eravamo tutti attenti perché le sue parole giungevano dritte al nostro cuore che batteva così forte, per la tempesta di sentimenti che avevano scatenato, che sembrava, paradossalmente, paralizzarci. Grazie per continuare a farci riflettere sul passato, e per aiutarci a costruire il nostro futuro. Infatti, come ha detto il Presidente Mattarella in occasione della Giornata della Memoria: "Per fare davvero i conti con la Shoah non dobbiamo rivolgere lo sguardo soltanto al passato. Perché il virus della discriminazione, dell'odio, della sopraffazione, del razzismo non è confinato in una isolata dimensione storica, ma attiene strettamente ai comportamenti dell'uomo. E debellarlo riguarda il destino stesso del genere umano" (Domenico e Martina)
Carissima Senatrice,
dalle ricerche e dagli approfondimenti svolti in questi giorni ho appreso che ha chiesto al Senato l'istituzione di una Commissione che avrà il compito di monitorare e svolgere funzione di stimolo legislativo sui fenomeni di intolleranza e di odio razziale, e che, al momento della votazione, alcuni partiti si sono astenuti. Questo fatto mi dispiace moltissimo perché credo che la tutela dei fondamentali diritti umani non debba avere colore politico. Lo scorso anno abbiamo analizzato la Dichiarazione Universale dei diritti umani del 1948 e sono consapevole che" tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti". Sappia che io condivido la sua scelta anche perché l'art.2 della nostra Costituzione, da noi recentemente studiato, stabilisce che: "La repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo......". Ora questo riconoscimento è molto significativo perché ci fa capire che i diritti sono connaturati alla persona umana che viene prima dello Stato e quest'ultimo, senza alcuna distinzione di colore politico, deve prenderne atto e garantirne sempre ed in ogni caso la tutela. (Nicola)
Cara Senatrice,
Lei è una persona molto famosa, ma nello stesso tempo, è una donna semplice, d'esempio per tutti, una donna forte perché ha affrontato situazioni terribili. Ancora adolescente, con i suoi sogni di bambina, ha vissuto in situazioni durissime che non riusciamo neppure ad immaginare, ha resistito al freddo, alla fame, ha sopportato l'onta di perdere la propria dignità di donna, ha sofferto nel corpo ma soprattutto nell'anima. Tutto ciò, se in un primo momento sembrava averla trasformata in una selvaggia, (nel video che abbiamo visto Lei racconta che al suo rientro a Milano era una ragazzina irriconoscibile rispetto a quella partita poco tempo prima) è stata invece la molla che le ha dato la forza di riscatto ed oggi le sue testimonianze per noi giovani sono molto preziose. Vivo la mia adolescenza in un momento storico particolare in cui dilagano arroganza, razzismo, intolleranza, indifferenza che facilmente catturano noi giovani che, incerti ed insicuri stiamo aprendoci al mondo e siamo disposti a credere a chiunque ci venda un futuro senza problemi purchè si escluda il "diverso". Trovare figure di riferimento, con cui dialogare e da cui ricevere insegnamenti di vita, è per noi una gran fortuna e sarebbe bellissimo poterLa incontrare e dialogare insieme. So benissimo che viviamo in due zone geograficamente molto distanti e che, data la sua età, e, non ultima, la situazione di essere soggetta a scorta, ciò sarebbe molto difficoltoso, ma, fortunatamente la tecnologia ci può aiutare: si potrebbe organizzare un incontro via Skipe. Che ne pensa? Spero che il mio sogno si possa avverare. (Gaia)
Egregia Senatrice Segre, dolcissima Signora Liliana, in qualità di dirigente scolastico della Scuola Tommaso Fiore, vorrei ringraziarLa, dal più profondo del cuore, per le parole usate nel ricordare come il Male non è qualcosa di estraneo e lontano dalla vita di ognuno di noi, ma insito nell' indifferenza, nell'odio, nell'intolleranza, nel linguaggio spesso violento che caratterizzano le relazioni sociali. Cogliendo la suggestione lasciataci da Don Tonino Bello "le parole nobili ....quelle che esprimono i sentimenti più radicati nel cuore umano come pace, amore, libertà ", abbiamo individuato, come filo conduttore nella nostra pratica educativa, l'uso di "parole nobili, mai parole ostili". Nella consapevolezza che le parole possono costruire ponti, ma anche innalzare muri, proponiamo una Scuola e un sistema di relazioni in cui le parole" libertà, dignità, indipendenza dal bisogno e dalla sopraffazione" definiscano il mondo che vorremmo lasciare alle future generazioni. Le Sue parole, per noi, non saranno "gocce" ma sorgente di futuro. Grazie. (Sara Giannetto)
Gent.ma Senatrice Liliana Segre,
siamo gli alunni della classe II sez C dell'Istituto di istruzione secondaria superiore Tommaso Fiore di Modugno, un paese alle porte di Bari, che proprio il 27 gennaio appena trascorso, in occasione della Giornata della Memoria, Le ha conferito la cittadinanza onoraria. A scuola, studiando in diritto chi sono i senatori a vita, abbiamo incontrato il suo nome e, su invito della nostra docente (la prof.ssa Roberta Mazzotta), ci siamo documentati sulla sua biografia attraverso la visione di video e la lettura di alcuni brani tratti dal suo libro "Fino a quando la mia stella brillerà". Al termine di questo lavoro ognuno di noi ha voluto dedicarLe un pensiero, scaturito da una riflessione personale sui tanti episodi della sua vita, sia per ringraziarLa, ma soprattutto per esprimerLe la nostra solidarietà e vicinanza per le recenti vicissitudini che hanno colpito la sua persona che, per noi, è come quella di una nonna che vogliamo idealmente e teneramente abbracciare. Al nostro lavoro si è unita anche la nostra Dirigente, prof.ssa Rosaria Giannetto e il suo messaggio concluderà questa bellissima esperienza di scrittura emotiva. Un gruppetto di noi, con l'aiuto della prof.ssa, ha raccolto e selezionato i vari messaggi che Le inoltriamo con questa lettera sperando che Le giungano e possano dimostrarLe che non vogliamo essere "Indifferenti", proprio nel significato che Lei, carissima Senatrice, ha voluto attribuire a questa parola, cioè "complici del male". Ecco i più significativi:
Carissima Senatrice,
Abbiamo ammirato il suo coraggio e La ringraziamo, per averci fatto conoscere, attraverso la sua storia, gli orrori di quel periodo. Ci chiediamo solamente :"Come fa ancora il 15,6% degli italiani a ritenere che la Shoah non sia mai avvenuta?" (Christian, Gaetano, Fabrizio)
Privare una persona dei suoi diritti fondamentali è contro natura e significa trasformare l'uomo da soggetto ad oggetto. (Brayan)
Carissima Senatrice,
Lei dice di aver provato rimorso per non essere riuscita a dire "Addio" alla sua amica Janine mentre la conducevano a morte, ma in quel momento era la paura a dominare. E la paura è un sentimento tipico dell'uomo: anche Gesù Cristo sulla croce ha avuto paura. Secondo me, nonostante tutte le atrocità subite, i suoi aguzzini non sono riusciti ad eliminare la sua "umanità" tanto che questa, nel corso degli anni, si è risvegliata ed ha pienamente riscattato quel momento di debolezza. La sua testimonianza quotidiana negli
incontri con i giovani è la dimostrazione che Lei è capace di Amare e di donare Amore a tutti. (Alessio)
La visione dei filmati e l'ascolto delle sue parole hanno suscitato in me tristezza, disgusto, rabbia e felicità. I primi sentimenti sono ovvi: le immagini, le parole parlavano sin troppo chiaro, ma la felicità? Sì, proprio felicità perché alcuni, (troppo pochi purtroppo) sono sopravvissuti e sono diventati testimoni viventi di quali atrocità l'odio razziale possa produrre e, soprattutto, possono essere per noi giovani generazioni un monito a non ripetere certi errori, a non sottovalutare certi segnali che possono preludere al sorgere di nuove dittature. (Jonathan)
È sconvolgente, quanto Le è accaduto, cara Senatrice: infatti a tredici anni vivere l'esperienza del campo di concentramento è davvero aberrante: A quell'età un bambino dovrebbe giocare e divertirsi e nessuno dovrebbe impedirglielo, tanto più usando come giustificazione la tutela della "razza", parola che, secondo me, il vocabolario dovrebbe cancellare anche in riferimento agli animali. Quello che ci ha colpito maggiormente è che nelle sue parole non si avverte neanche un pizzico di rancore o, peggio, una voglia di vendetta per chi le ha rubato gli affetti più cari e gli anni della sua fanciullezza. Grazie per il bellissimo insegnamento di non rispondere al male con il male, ma con l'Amore. (Swami e Claudio)
Nell'ascoltare il racconto della fuga dall'Italia con la sua famiglia, quando Lei dice che i contrabbandieri, che, dietro lauto compenso, vi hanno dato il passaggio, vi hanno abbandonato a pochi metri dalla frontiera, lanciando al volo i vostri bagagli, abbiamo pensato alle tante immagini e notizie quotidiane di scafisti che si comportano allo stesso modo con chi, sacrificando i risparmi di tutta una vita cerca disperatamente di arrivare in Italia su qualche barcone ed abbiamo pensato che la storia si ripete anche se con attori
diversi. (Cristian e Gianluca)
Sono stata colpita, cara Senatrice, dal suo racconto e dal comportamento della sua maestra che, quando suo padre la invitò a casa affinchè Le spiegasse perché non poteva più frequentare la scuola, pronunciò solo queste pochissime, durissime e freddissime parole: "Mica le ho fatte io le leggi razziali". Immagino quale grandissima delusione abbia provato soprattutto per averle sentite provenire dalla bocca di chi, Lei, orfana di mamma dall'età di un anno, aveva sperato potesse svolgere il ruolo della figura materna che le mancava. La vita toglie, ma poi dà ed anche con gli interessi; infatti, Le ha dato la fortuna di sopravvivere, di formare una sua famiglia ed oggi di essere la nonna di tanti ragazzi, come me, ai quali ricorda quotidianamente di essere sempre vigili ed attenti nel respingere i pericoli del razzismo. Grazie per il tempo che ci dedica (Rosa)
Cara Senatrice,
La stimiamo e l'ammiriamo per aver condiviso con noi, che potremmo essere i suoi nipotini, il suo dolore che, con il tempo si è trasformato in speranza e voglia di vivere. Ci piace quell'immagine che Lei ripete spesso di "una gamba dietro l'altra". Le sue parole ci hanno insegnato a scegliere sempre la Vita anche quando tutto sembra essere perduto. (Alessia e Marco)
Carissima Senatrice,
del suo racconto mi ha colpito che quando, durante la "marcia della morte", Lei e le sue compagne incontraste dei soldati russi che si rivolsero a voi usando la parola "Poverette", ciò fu un grandissimo conforto che le diede la forza di continuare il cammino nonostante tutto. Ebbene ho avuto modo di riflettere di quanto, a volte, le parole, possano essere davvero un'arma potentissima in grado di ferire o di portare sollievo (come nel caso concreto) a chi in quel momento è completamente distrutto e non ce la fa più e vorrebbe abbandonare tutto e tutti. Quella semplice parola "poverette" è servita per richiamarla alla vita ed io voglio ringraziarLa per averci ricordato che la vita non va sprecata, non va mai dimenticata neppure per un secondo. (Ilaria)
La nostra classe è particolarmente vivace e, talvolta qualche docente ha difficoltà a svolgere la lezione: ebbene durante la lettura dei brani tratti dal suo libro, in classe c'era un silenzio strano. Eravamo tutti attenti perché le sue parole giungevano dritte al nostro cuore che batteva così forte, per la tempesta di sentimenti che avevano scatenato, che sembrava, paradossalmente, paralizzarci. Grazie per continuare a farci riflettere sul passato, e per aiutarci a costruire il nostro futuro. Infatti, come ha detto il Presidente Mattarella in occasione della Giornata della Memoria: "Per fare davvero i conti con la Shoah non dobbiamo rivolgere lo sguardo soltanto al passato. Perché il virus della discriminazione, dell'odio, della sopraffazione, del razzismo non è confinato in una isolata dimensione storica, ma attiene strettamente ai comportamenti dell'uomo. E debellarlo riguarda il destino stesso del genere umano" (Domenico e Martina)
Carissima Senatrice,
dalle ricerche e dagli approfondimenti svolti in questi giorni ho appreso che ha chiesto al Senato l'istituzione di una Commissione che avrà il compito di monitorare e svolgere funzione di stimolo legislativo sui fenomeni di intolleranza e di odio razziale, e che, al momento della votazione, alcuni partiti si sono astenuti. Questo fatto mi dispiace moltissimo perché credo che la tutela dei fondamentali diritti umani non debba avere colore politico. Lo scorso anno abbiamo analizzato la Dichiarazione Universale dei diritti umani del 1948 e sono consapevole che" tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti". Sappia che io condivido la sua scelta anche perché l'art.2 della nostra Costituzione, da noi recentemente studiato, stabilisce che: "La repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo......". Ora questo riconoscimento è molto significativo perché ci fa capire che i diritti sono connaturati alla persona umana che viene prima dello Stato e quest'ultimo, senza alcuna distinzione di colore politico, deve prenderne atto e garantirne sempre ed in ogni caso la tutela. (Nicola)
Cara Senatrice,
Lei è una persona molto famosa, ma nello stesso tempo, è una donna semplice, d'esempio per tutti, una donna forte perché ha affrontato situazioni terribili. Ancora adolescente, con i suoi sogni di bambina, ha vissuto in situazioni durissime che non riusciamo neppure ad immaginare, ha resistito al freddo, alla fame, ha sopportato l'onta di perdere la propria dignità di donna, ha sofferto nel corpo ma soprattutto nell'anima. Tutto ciò, se in un primo momento sembrava averla trasformata in una selvaggia, (nel video che abbiamo visto Lei racconta che al suo rientro a Milano era una ragazzina irriconoscibile rispetto a quella partita poco tempo prima) è stata invece la molla che le ha dato la forza di riscatto ed oggi le sue testimonianze per noi giovani sono molto preziose. Vivo la mia adolescenza in un momento storico particolare in cui dilagano arroganza, razzismo, intolleranza, indifferenza che facilmente catturano noi giovani che, incerti ed insicuri stiamo aprendoci al mondo e siamo disposti a credere a chiunque ci venda un futuro senza problemi purchè si escluda il "diverso". Trovare figure di riferimento, con cui dialogare e da cui ricevere insegnamenti di vita, è per noi una gran fortuna e sarebbe bellissimo poterLa incontrare e dialogare insieme. So benissimo che viviamo in due zone geograficamente molto distanti e che, data la sua età, e, non ultima, la situazione di essere soggetta a scorta, ciò sarebbe molto difficoltoso, ma, fortunatamente la tecnologia ci può aiutare: si potrebbe organizzare un incontro via Skipe. Che ne pensa? Spero che il mio sogno si possa avverare. (Gaia)
Egregia Senatrice Segre, dolcissima Signora Liliana, in qualità di dirigente scolastico della Scuola Tommaso Fiore, vorrei ringraziarLa, dal più profondo del cuore, per le parole usate nel ricordare come il Male non è qualcosa di estraneo e lontano dalla vita di ognuno di noi, ma insito nell' indifferenza, nell'odio, nell'intolleranza, nel linguaggio spesso violento che caratterizzano le relazioni sociali. Cogliendo la suggestione lasciataci da Don Tonino Bello "le parole nobili ....quelle che esprimono i sentimenti più radicati nel cuore umano come pace, amore, libertà ", abbiamo individuato, come filo conduttore nella nostra pratica educativa, l'uso di "parole nobili, mai parole ostili". Nella consapevolezza che le parole possono costruire ponti, ma anche innalzare muri, proponiamo una Scuola e un sistema di relazioni in cui le parole" libertà, dignità, indipendenza dal bisogno e dalla sopraffazione" definiscano il mondo che vorremmo lasciare alle future generazioni. Le Sue parole, per noi, non saranno "gocce" ma sorgente di futuro. Grazie. (Sara Giannetto)