Vita di città
La "Poetry Art" del giovane modugnese Alberto Cramarossa
«È uno stile di vita, un modo di portare avanti il mio messaggio artistico e umano, sperando di ispirare chi mi incontra a ritrovare quella scintilla di poesia che credo esista in ognuno di noi»
Modugno - venerdì 20 dicembre 2024
Un'arte – quella del giovane modugnese Alberto Cramarossa – che nasce quasi per caso, con il desiderio di attuare e mettere in scena ciò che da sempre balenava nella sua mente e che in qualche modo dava prova della sua personalità romantica che fondeva l'arte e la poesia in quello che poi è diventato il movimento Poetry Art.
Questa sua iniziativa e passione è stata premiata con un riconoscimento del sindaco di Bari nella persona di Vito Leccese che ha consegnato il premio Nicolino d'Argento al giovane artista. Abbiamo chiesto quindi ad Alberto Cramarossa di parlarci della sua arte e delle emozioni che la stessa suscita in lui e in chi la osserva.
Come nasce il movimento Poetry Art?
"Il movimento Poetry Art nasce dalla mia volontà di unire due grandi passioni: l'arte e la poesia, come strumenti per dare voce alle emozioni e restituire bellezza a luoghi trascurati. L'idea mi è venuta osservando spazi urbani spesso degradati e immaginando come le parole potessero trasformarli in messaggi di speranza, amore e riflessione. Volevo creare qualcosa che non fosse solo visivamente bello, ma che stimolasse anche la mente e il cuore delle persone. Così, ho iniziato a lavorare su progetti di riqualificazione urbana, come le panchine colorate sul lungomare di Bari e scuole, coinvolgendo la comunità per condividere valori universali attraverso la poesia".
Come hai vissuto il momento in cui hai ottenuto un riconoscimento per la tua arte?
"È stato un momento incredibile e molto emozionante. Per me, è stato come vedere un sogno diventare realtà: non solo il mio lavoro veniva apprezzato, ma anche il messaggio che volevo trasmettere stava raggiungendo altre persone. Ho sentito una profonda gratitudine, non solo per il riconoscimento in sé, ma per il fatto che il mio progetto stava creando un impatto positivo. Mi ha dato forza e motivazione per continuare a lavorare e sviluppare nuove idee. Un'artista è il più grande altruista che esiste, perché dona la sua arte agli altri e gli altri poi possono sentirsi liberi di apprezzarla o meno. Il riconoscimento è ciò per cui si lavora, vuol dire che ciò che si è fatto ha avuto veramente un senso ed è stato capito, e quanto è bello essere capiti!!" – esclama felice l'artista Cramarossa. Ti è mai capitato di non essere capito?
"Sì, mi è capitato di non essere capito, e credo che sia un'esperienza comune per chiunque crei qualcosa di profondamente personale. L'arte e la creatività nascono spesso da emozioni, esperienze e pensieri che sono unici per chi li esprime, e a volte chi li osserva non riesce a coglierli nel modo in cui erano stati immaginati – continua il giovane Alberto – "all'inizio può essere frustrante o persino doloroso, perché senti che il tuo messaggio non è arrivato. Ma con il tempo ho imparato che l'arte, così come ogni forma di espressione, non deve essere capita da tutti allo stesso modo. Ogni persona che guarda, legge o ascolta porterà con sé il proprio bagaglio di esperienze e vedrà qualcosa di diverso. Ed è proprio questa la magia: lasciare spazio a interpretazioni diverse, anche se lontane dalla mia intenzione iniziale". Continua Cramarossa incentrandosi sul motivo principale per il quale continua con il suo percorso artistico: "In quei momenti, mi sono detto che il valore di ciò che faccio non dipende solo dall'approvazione o comprensione degli altri, ma dal fatto che sia autentico per me. Se qualcuno, anche solo una persona, riesce a trovare significato in ciò che creo, allora sento di aver fatto qualcosa di utile e vero".
Pensi che in qualche modo ciò che hai creato possa essere utile a tanti altri giovani?
"Assolutamente sì. Credo che Poetry Art possa essere una fonte d'ispirazione per tanti giovani. Non solo dimostra che l'arte può avere un impatto concreto sulla società, ma insegna anche che con passione e impegno si possono trasformare idee in progetti tangibili. Spero che chiunque incontri una delle mie opere possa sentire la voglia di esprimersi, di credere nei propri sogni e di contribuire a migliorare il mondo, anche con piccoli gesti. L'arte è uno strumento potente, e sono convinto che possa essere un catalizzatore per il cambiamento e la crescita personale".
Alberto Cramarossa, l'Ultimo dei Romantici suona quasi come il titolo di un romanzo o di una poesia. Cosa significa per te questa definizione? È un simbolo del tuo modo di vivere l'arte e le emozioni, oppure una dichiarazione d'intenti per riportare la bellezza e la sensibilità al centro di un mondo che sembra averle dimenticate?
"Alberto Cramarossa, l'Ultimo dei Romantici" è una definizione che mi rappresenta profondamente, perché racchiude il mio modo di vivere e vedere il mondo: con passione, autenticità e una costante ricerca di bellezza, anche dove sembra essere stata dimenticata. Essere "l'Ultimo dei Romantici" non è un titolo che mi sono dato per vanità, ma piuttosto una dichiarazione di resistenza contro il cinismo e l'indifferenza che spesso dominano la nostra epoca – continua - per me, il romanticismo è credere ancora nel potere delle emozioni, nella forza delle parole e nella capacità dell'arte di cambiare la realtà. Significa amare intensamente tutto ciò che faccio, sia che si tratti di un progetto artistico, sia che si tratti di una relazione con le persone o i luoghi che mi circondano. È un invito a non perdere mai la capacità di meravigliarsi, di sognare e di lottare per ciò che si ritiene giusto, anche quando sembra fuori moda".
Termina l'intervista il giovane artista Cramarossa concentrandosi sul senso profondo della poesia e quindi dell'arte: "In fondo, non è solo un'etichetta: è uno stile di vita, un modo di portare avanti il mio messaggio artistico e umano, sperando di ispirare chi mi incontra a ritrovare quella scintilla di poesia che credo esista in ognuno di noi".
Questa sua iniziativa e passione è stata premiata con un riconoscimento del sindaco di Bari nella persona di Vito Leccese che ha consegnato il premio Nicolino d'Argento al giovane artista. Abbiamo chiesto quindi ad Alberto Cramarossa di parlarci della sua arte e delle emozioni che la stessa suscita in lui e in chi la osserva.
Come nasce il movimento Poetry Art?
"Il movimento Poetry Art nasce dalla mia volontà di unire due grandi passioni: l'arte e la poesia, come strumenti per dare voce alle emozioni e restituire bellezza a luoghi trascurati. L'idea mi è venuta osservando spazi urbani spesso degradati e immaginando come le parole potessero trasformarli in messaggi di speranza, amore e riflessione. Volevo creare qualcosa che non fosse solo visivamente bello, ma che stimolasse anche la mente e il cuore delle persone. Così, ho iniziato a lavorare su progetti di riqualificazione urbana, come le panchine colorate sul lungomare di Bari e scuole, coinvolgendo la comunità per condividere valori universali attraverso la poesia".
Come hai vissuto il momento in cui hai ottenuto un riconoscimento per la tua arte?
"È stato un momento incredibile e molto emozionante. Per me, è stato come vedere un sogno diventare realtà: non solo il mio lavoro veniva apprezzato, ma anche il messaggio che volevo trasmettere stava raggiungendo altre persone. Ho sentito una profonda gratitudine, non solo per il riconoscimento in sé, ma per il fatto che il mio progetto stava creando un impatto positivo. Mi ha dato forza e motivazione per continuare a lavorare e sviluppare nuove idee. Un'artista è il più grande altruista che esiste, perché dona la sua arte agli altri e gli altri poi possono sentirsi liberi di apprezzarla o meno. Il riconoscimento è ciò per cui si lavora, vuol dire che ciò che si è fatto ha avuto veramente un senso ed è stato capito, e quanto è bello essere capiti!!" – esclama felice l'artista Cramarossa. Ti è mai capitato di non essere capito?
"Sì, mi è capitato di non essere capito, e credo che sia un'esperienza comune per chiunque crei qualcosa di profondamente personale. L'arte e la creatività nascono spesso da emozioni, esperienze e pensieri che sono unici per chi li esprime, e a volte chi li osserva non riesce a coglierli nel modo in cui erano stati immaginati – continua il giovane Alberto – "all'inizio può essere frustrante o persino doloroso, perché senti che il tuo messaggio non è arrivato. Ma con il tempo ho imparato che l'arte, così come ogni forma di espressione, non deve essere capita da tutti allo stesso modo. Ogni persona che guarda, legge o ascolta porterà con sé il proprio bagaglio di esperienze e vedrà qualcosa di diverso. Ed è proprio questa la magia: lasciare spazio a interpretazioni diverse, anche se lontane dalla mia intenzione iniziale". Continua Cramarossa incentrandosi sul motivo principale per il quale continua con il suo percorso artistico: "In quei momenti, mi sono detto che il valore di ciò che faccio non dipende solo dall'approvazione o comprensione degli altri, ma dal fatto che sia autentico per me. Se qualcuno, anche solo una persona, riesce a trovare significato in ciò che creo, allora sento di aver fatto qualcosa di utile e vero".
Pensi che in qualche modo ciò che hai creato possa essere utile a tanti altri giovani?
"Assolutamente sì. Credo che Poetry Art possa essere una fonte d'ispirazione per tanti giovani. Non solo dimostra che l'arte può avere un impatto concreto sulla società, ma insegna anche che con passione e impegno si possono trasformare idee in progetti tangibili. Spero che chiunque incontri una delle mie opere possa sentire la voglia di esprimersi, di credere nei propri sogni e di contribuire a migliorare il mondo, anche con piccoli gesti. L'arte è uno strumento potente, e sono convinto che possa essere un catalizzatore per il cambiamento e la crescita personale".
Alberto Cramarossa, l'Ultimo dei Romantici suona quasi come il titolo di un romanzo o di una poesia. Cosa significa per te questa definizione? È un simbolo del tuo modo di vivere l'arte e le emozioni, oppure una dichiarazione d'intenti per riportare la bellezza e la sensibilità al centro di un mondo che sembra averle dimenticate?
"Alberto Cramarossa, l'Ultimo dei Romantici" è una definizione che mi rappresenta profondamente, perché racchiude il mio modo di vivere e vedere il mondo: con passione, autenticità e una costante ricerca di bellezza, anche dove sembra essere stata dimenticata. Essere "l'Ultimo dei Romantici" non è un titolo che mi sono dato per vanità, ma piuttosto una dichiarazione di resistenza contro il cinismo e l'indifferenza che spesso dominano la nostra epoca – continua - per me, il romanticismo è credere ancora nel potere delle emozioni, nella forza delle parole e nella capacità dell'arte di cambiare la realtà. Significa amare intensamente tutto ciò che faccio, sia che si tratti di un progetto artistico, sia che si tratti di una relazione con le persone o i luoghi che mi circondano. È un invito a non perdere mai la capacità di meravigliarsi, di sognare e di lottare per ciò che si ritiene giusto, anche quando sembra fuori moda".
Termina l'intervista il giovane artista Cramarossa concentrandosi sul senso profondo della poesia e quindi dell'arte: "In fondo, non è solo un'etichetta: è uno stile di vita, un modo di portare avanti il mio messaggio artistico e umano, sperando di ispirare chi mi incontra a ritrovare quella scintilla di poesia che credo esista in ognuno di noi".