Cronaca
I clan di Bari allungano le mani su Modugno
Dalla relazione semestrale della Dia emerge un quadro in cui i gruppi mafiosi in città fanno riferimento ai Capriati e ai Mercante-Diomede
Modugno - venerdì 17 gennaio 2020
20.51
La relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia, riferita al primo semestre 2019, offre uno spaccato in cui le dinamiche criminali nella provincia barese rappresentano l'immagine speculare di quello metropolitano.
Nello specifico si caratterizzano per lo stesso dinamismo e le stesse rivalità fra gruppi mafiosi contrapposti, talvolta anche in grado di convivere pacificamente in nome di affari comuni. L'indagine "Pandora" (2018), in particolare, aveva fotografato il suddetto panorama delinquenziale, confermando l'estensione e il radicamento "a macchia di leopardo" dei sodalizi cittadini nel territorio provinciale. In tale contesto le realtà mafiose provinciali rappresentano una sorta di "satelliti" che, pur dotati di una certa autonomia operativa, orbitano attorno ai "pianeti" criminali cittadini (nella fattispecie i "Mercante-Diomede" e i "Capriati"), essendone una loro diretta proiezione e derivazione.
Lo spaccato analitico in argomento trova riscontro negli esiti giudiziari dell'inchiesta "Break 24" che, sul territorio di Modugno, ha evidenziato l'operatività di due gruppi dediti al traffico di sostanze stupefacenti, di cui uno referente ed affiliato al clan Diomede di Bari e l'altro facente capo ai Capriati di Bari Vecchia. Gli stessi "si muovevano agli ordini di una specie di cupola", inserendo nella "filiera produttiva" del confezionamento e smercio della droga anche minorenni. Un ruolo di primo piano, inoltre, era assolto da quattro donne che si adoperavano per spacciare la droga ma anche per custodirla e per tenere i contatti con i detenuti. Inoltre, a Modugno, oltre alle due propaggini del clan Diomede e Capriati, si registrano influenze da parte di un elemento affiliato al clan Strisciuglio, e la presenza di una nutrita comunità di cittadini albanesi dediti per lo più al traffico di droga.
Nello specifico si caratterizzano per lo stesso dinamismo e le stesse rivalità fra gruppi mafiosi contrapposti, talvolta anche in grado di convivere pacificamente in nome di affari comuni. L'indagine "Pandora" (2018), in particolare, aveva fotografato il suddetto panorama delinquenziale, confermando l'estensione e il radicamento "a macchia di leopardo" dei sodalizi cittadini nel territorio provinciale. In tale contesto le realtà mafiose provinciali rappresentano una sorta di "satelliti" che, pur dotati di una certa autonomia operativa, orbitano attorno ai "pianeti" criminali cittadini (nella fattispecie i "Mercante-Diomede" e i "Capriati"), essendone una loro diretta proiezione e derivazione.
Lo spaccato analitico in argomento trova riscontro negli esiti giudiziari dell'inchiesta "Break 24" che, sul territorio di Modugno, ha evidenziato l'operatività di due gruppi dediti al traffico di sostanze stupefacenti, di cui uno referente ed affiliato al clan Diomede di Bari e l'altro facente capo ai Capriati di Bari Vecchia. Gli stessi "si muovevano agli ordini di una specie di cupola", inserendo nella "filiera produttiva" del confezionamento e smercio della droga anche minorenni. Un ruolo di primo piano, inoltre, era assolto da quattro donne che si adoperavano per spacciare la droga ma anche per custodirla e per tenere i contatti con i detenuti. Inoltre, a Modugno, oltre alle due propaggini del clan Diomede e Capriati, si registrano influenze da parte di un elemento affiliato al clan Strisciuglio, e la presenza di una nutrita comunità di cittadini albanesi dediti per lo più al traffico di droga.