Scuola e Lavoro
Ex Auchan di Modugno, nulla di fatto. È scontro tra sindacati e azienda
Nubi nere sul futuro di 141 dipendenti, l'azienda accusa i sindacati e minaccia azioni legali
Modugno - sabato 16 maggio 2020
15.24
Un altro nulla di fatto per l'ex Auchan di Modugno dall'incontro tenutosi ieri mattina in videoconferenza tra azienda, parti sociali e Regione Puglia. Scontro tra sindacati e azienda, quest'ultima ha addirittura minacciato azioni legali nei confronti delle sigle sindacali ree di aver rischiato di mandare a monte eventuali trattative in corso. I sindacati da parte loro stigmatizzano l'atteggiamento dell'azienda, che senza comunicazione di sorta, da lunedì farà partire la cassa integrazione e sono pronti e riproporre lo sciopero al momento sospeso, non appena ci sarà il "liberi tutti".
«L'incontro di ieri si è purtroppo risolto in un nulla di fatto, un punto e a capo - sottolinea Barbare Neglia di Filcams CGIL - L'azienda continua ad avere atteggiamenti non consoni alle relazioni sindacali. Ha continuato a smentire che si sia già arrivati ad un accordo per quanto riguarda parte della superficie, e ha ribadito che ci sono più soggetti che si stanno affacciando, anche rispetto alle restanti parti delle superfici. Inoltre, dicono di non voler diventare responsabili del mancato accordo qualora non si dovesse raggiungere con queste aziende, ritengono che noi stiamo facendo troppo rumore su questo argomento e che potrebbero valutare di intraprendere azioni legali in merito».
«Onestamente, questa è una minaccia che lascia il tempo che trova - rimarca Neglia - dato i dipendenti vedono soggetti presenti all'interno del punto vendita, che prendono misure e altro, il che fa presagire che la trattativa sia ad uno stato avanzato. Possiamo comprendere che non vogliano ufficializzare nulla prima della firma finale, ma sottolieamo che la mancanza totale di relazioni sindacali ha portato a tale situazione. Se ci avessero convocati, avremmo evitato e tenuto un profilo basso. La totale mancanza di relazioni ci ha creato e ci crea problemi, ma l'azienda continua nel suo atteggiamento di chiusura».
«Abbiamo lamentato l'inizio delle cassa integrazione a partire da lunedì - aggiunge - e la loro risposta è stata che non hanno nulla da condividere con noi, tenuto conto che a livello nazionale non si è raggiunto alcun accordo sulla cassa integrazione, e per questo si sentono liberi di poter procedere. Questo atteggiamento a noi non va bene ed è stato anche stigmatizzato dalla Regione. Non è possibile in un momento come questo alzare barriere, sapendo che ci sono 141 dipendenti che non sanno che fine faranno».
«Lo sciopero al momento è solo sospeso - conclude Neglie - e siamo nelle corde di volerlo riproporre appena avremo l'ok. Non poter manifestare o fare un sit-in, perché le prescrizioni della Questura sono state chiare in tal senso, e ci vincolano, è un problema, ma appena avremo il liberi tutti agiremo di conseguenza».
«L'incontro di ieri si è purtroppo risolto in un nulla di fatto, un punto e a capo - sottolinea Barbare Neglia di Filcams CGIL - L'azienda continua ad avere atteggiamenti non consoni alle relazioni sindacali. Ha continuato a smentire che si sia già arrivati ad un accordo per quanto riguarda parte della superficie, e ha ribadito che ci sono più soggetti che si stanno affacciando, anche rispetto alle restanti parti delle superfici. Inoltre, dicono di non voler diventare responsabili del mancato accordo qualora non si dovesse raggiungere con queste aziende, ritengono che noi stiamo facendo troppo rumore su questo argomento e che potrebbero valutare di intraprendere azioni legali in merito».
«Onestamente, questa è una minaccia che lascia il tempo che trova - rimarca Neglia - dato i dipendenti vedono soggetti presenti all'interno del punto vendita, che prendono misure e altro, il che fa presagire che la trattativa sia ad uno stato avanzato. Possiamo comprendere che non vogliano ufficializzare nulla prima della firma finale, ma sottolieamo che la mancanza totale di relazioni sindacali ha portato a tale situazione. Se ci avessero convocati, avremmo evitato e tenuto un profilo basso. La totale mancanza di relazioni ci ha creato e ci crea problemi, ma l'azienda continua nel suo atteggiamento di chiusura».
«Abbiamo lamentato l'inizio delle cassa integrazione a partire da lunedì - aggiunge - e la loro risposta è stata che non hanno nulla da condividere con noi, tenuto conto che a livello nazionale non si è raggiunto alcun accordo sulla cassa integrazione, e per questo si sentono liberi di poter procedere. Questo atteggiamento a noi non va bene ed è stato anche stigmatizzato dalla Regione. Non è possibile in un momento come questo alzare barriere, sapendo che ci sono 141 dipendenti che non sanno che fine faranno».
«Lo sciopero al momento è solo sospeso - conclude Neglie - e siamo nelle corde di volerlo riproporre appena avremo l'ok. Non poter manifestare o fare un sit-in, perché le prescrizioni della Questura sono state chiare in tal senso, e ci vincolano, è un problema, ma appena avremo il liberi tutti agiremo di conseguenza».