Attualità
Coronavirus a Modugno, le parole di Magrone dopo il secondo decesso
Il primo cittadino: «Non è più il tempo delle polemiche, ma credo dovrebbe essere arrivato il tempo della pietà»
Modugno - sabato 11 aprile 2020
Comunicato Stampa
Ieri mattina la notizia del secondo decesso a Modugno di un cittadino positivo al Coronavirus. E in serata è giunto il commento del sindaco Nicola Magrone, attraverso un lungo post Facebook.
«In questo Venerdì Santo - scrive il primo cittadino - giorno di sacrificio e di morte prima della Resurrezione, devo purtroppo condividere con tutta la comunità di Modugno la brutta notizia di un altra morte causata dal virus che ha contagiato il mondo. Ed è con un grande dolore che partecipo al dolore dei famigliari, duramente provati da questo lutto e dalle vicende nel contesto delle quali, a quanto pare, potrebbe essere insorto il contagio. La persona che nelle scorse ore ci ha lasciato era ricoverata nell'ospedale di San Giovanni Rotondo. È una notizia che ho appreso da organi di informazione e che, purtroppo, ha trovato conferma per vie indirette».
«Lo dico senza polemica alcuna a proposito delle notizie ufficiali che ai sindaci non arrivano - prosegue - non è più il tempo delle polemiche, ma credo dovrebbe essere arrivato il tempo della pietà, come ci dimostrano le vicende riguardanti le notizie dei contagi nelle Residenze per anziani e negli ospedali stessi. Pietà per i morti e pietà per i vivi. Ci dovrebbe essere data la possibilità di esercitare il dolore affettuoso, partecipato e solidale che si deve nei confronti di chi soffre e che è negato in questo tempo nel quale siamo sempre più preparati a praticare tante cose inutili ma non a favorire l'esercizio dell'umanità. Non ci è dato: certo non per mancanza di volontà, ma non ci è dato».
«Siamo disarmati di fronte a questa grande malattia che ci ha invaso, e rischiamo anche di essere sempre più provati - conclude Magrone - Non ho la facoltà di usare parole di consolazione. Vorrei, dunque, usare la parola di un grande uomo che ho avuto la fortuna e l'onore di conoscere fino all'amicizia fraterna, don Tonino Bello: "Come vorrei togliervi dall'anima, quasi dall'imboccatura di un sepolcro, il macigno che ostruisce la vostra libertà, che non dà spiragli alla vostra letizia, che blocca la vostra pace! Posso dirvi però una parola. Sillabandola con lentezza per farvi capire di quanto amore intendo caricarla: "coraggio"! Il Signore è risorto proprio per dirvi che, di fronte a chi decide di amare, non c'è morte che tenga, non c'è tomba che chiuda, non c'è macigno sepolcrale che non rotoli via"».
«In questo Venerdì Santo - scrive il primo cittadino - giorno di sacrificio e di morte prima della Resurrezione, devo purtroppo condividere con tutta la comunità di Modugno la brutta notizia di un altra morte causata dal virus che ha contagiato il mondo. Ed è con un grande dolore che partecipo al dolore dei famigliari, duramente provati da questo lutto e dalle vicende nel contesto delle quali, a quanto pare, potrebbe essere insorto il contagio. La persona che nelle scorse ore ci ha lasciato era ricoverata nell'ospedale di San Giovanni Rotondo. È una notizia che ho appreso da organi di informazione e che, purtroppo, ha trovato conferma per vie indirette».
«Lo dico senza polemica alcuna a proposito delle notizie ufficiali che ai sindaci non arrivano - prosegue - non è più il tempo delle polemiche, ma credo dovrebbe essere arrivato il tempo della pietà, come ci dimostrano le vicende riguardanti le notizie dei contagi nelle Residenze per anziani e negli ospedali stessi. Pietà per i morti e pietà per i vivi. Ci dovrebbe essere data la possibilità di esercitare il dolore affettuoso, partecipato e solidale che si deve nei confronti di chi soffre e che è negato in questo tempo nel quale siamo sempre più preparati a praticare tante cose inutili ma non a favorire l'esercizio dell'umanità. Non ci è dato: certo non per mancanza di volontà, ma non ci è dato».
«Siamo disarmati di fronte a questa grande malattia che ci ha invaso, e rischiamo anche di essere sempre più provati - conclude Magrone - Non ho la facoltà di usare parole di consolazione. Vorrei, dunque, usare la parola di un grande uomo che ho avuto la fortuna e l'onore di conoscere fino all'amicizia fraterna, don Tonino Bello: "Come vorrei togliervi dall'anima, quasi dall'imboccatura di un sepolcro, il macigno che ostruisce la vostra libertà, che non dà spiragli alla vostra letizia, che blocca la vostra pace! Posso dirvi però una parola. Sillabandola con lentezza per farvi capire di quanto amore intendo caricarla: "coraggio"! Il Signore è risorto proprio per dirvi che, di fronte a chi decide di amare, non c'è morte che tenga, non c'è tomba che chiuda, non c'è macigno sepolcrale che non rotoli via"».