Tersan, 'Dall'amministrazione il solito allarmismo'
Dopo la polemica dei giorni scorsi
giovedì 10 maggio 2018
14.24
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO UN COMUNICATO DELLA TERSAN PUGLIA , AZIENDA DI COMPOST
'Tersan 3, dall'amministrazione comunale il solito inutile allarmismo. Tersan 3 non è un progetto di conversione dell'impianto di compostaggio dal sistema aerobico a quello anaerobico", spiega l'amministratore delegato di Tersan Puglia spa, Leonardo Delle Foglie, "abbiamo presentato una richiesta di autorizzazione Via Aia per affiancare al processo di compostaggio tradizionale un biodigestore di piccole dimensioni (3000 metri cubi) per trattare in modo anaerobico non la massa dei rifiuti organici in ingresso ma solo la parte liquida degli stessi, ottenuti da una prima spremitura calibrata in modo da preservare il grado di umidità ottimale per il compostaggio della biomassa".
"Constato che il sindaco Nicola Magrone e l'assessore Tina Luciano piuttosto che descrivere il progetto per quello che è realmente, preferiscono cavalcare argomenti populistici con dichiarazioni basate su falsi presupposti: un chiaro esempio di come un ceto politico superficiale e tecnicamente incompetente possa procurare danni alle imprese che investono sul territorio e anche ai cittadini, che di scelte inopportune pagano il prezzo in termini sia ambientali sia economici".
Delle Foglie prosegue evidenziando che "in modo fuorviante l'assessore Luciano confonde la produzione di bio-gas e la combustione in loco per produzione di energia con la produzione di bio-metano senza combustione e con immissione diretta in rete Snam, suscitando sul territorio un ingiustificato allarme sociale.
"Non è vero che la produzione di bio-metano con successiva immissione in rete crei pericolo per la salute umana. Al contrario di quanto l'assessore afferma determina minori emissioni in atmosfera di CO2 e certamente nessuna emissione dannosa per la salute umana.
"Voglio dissipare in modo chiaro i sospetti instillati dalle dichiarazioni dell'assessore", replica l'amministratore, "il digestore è dimensionato esattamente sulle quantità di percolato prodotte dall'impianto. La quantità di rifiuti organici in ingresso non cambiano: sono 91mila tonnellate all'anno. E comunque la finalità principale dell'impianto è la produzione di compost per l'agricoltura. La produzione di biometano si associa per ottimizzare i cicli di trattamento dei rifiuti e delle acque e per rendere più sostenibile l'azienda. La posizione di associazioni come Legambiente in questo senso è ben definita: si tratta di una scelta di economia circolare".
"Questa innovazione", spiega ancora Delle Foglie, "prevede anche un aumento delle superfici (di circa mq. 6000 con la realizzazione di nuovi spazi coperti) per consentire la migliore distribuzione delle le quantità di materiale trattato per ogni capannone, al fine di perfezionare il processo di ossigenazione/stabilizzazione con conseguente riduzione delle emissioni odorigene ed ottimizzazione del lavoro di trattamento dell'aria attraverso gli scrubber e i biofiltri. In sintesi questo sistema garantirà un livello di emissioni odorigene più basso del 75% rispetto ai limiti della legge regionale 23 del 2015".
"E' infine il caso di sottolineare", conclude, "che, diversamente da quanto l'assessore Luciano cerca di far intendere, stiamo realizzando un complesso sistema di monitoraggio degli odori dell'impianto, con nasi elettronici sia all'interno dell'impianto sia sui confini, tutti collegati all'Arpa e da essa controllati".
'Tersan 3, dall'amministrazione comunale il solito inutile allarmismo. Tersan 3 non è un progetto di conversione dell'impianto di compostaggio dal sistema aerobico a quello anaerobico", spiega l'amministratore delegato di Tersan Puglia spa, Leonardo Delle Foglie, "abbiamo presentato una richiesta di autorizzazione Via Aia per affiancare al processo di compostaggio tradizionale un biodigestore di piccole dimensioni (3000 metri cubi) per trattare in modo anaerobico non la massa dei rifiuti organici in ingresso ma solo la parte liquida degli stessi, ottenuti da una prima spremitura calibrata in modo da preservare il grado di umidità ottimale per il compostaggio della biomassa".
"Constato che il sindaco Nicola Magrone e l'assessore Tina Luciano piuttosto che descrivere il progetto per quello che è realmente, preferiscono cavalcare argomenti populistici con dichiarazioni basate su falsi presupposti: un chiaro esempio di come un ceto politico superficiale e tecnicamente incompetente possa procurare danni alle imprese che investono sul territorio e anche ai cittadini, che di scelte inopportune pagano il prezzo in termini sia ambientali sia economici".
Delle Foglie prosegue evidenziando che "in modo fuorviante l'assessore Luciano confonde la produzione di bio-gas e la combustione in loco per produzione di energia con la produzione di bio-metano senza combustione e con immissione diretta in rete Snam, suscitando sul territorio un ingiustificato allarme sociale.
"Non è vero che la produzione di bio-metano con successiva immissione in rete crei pericolo per la salute umana. Al contrario di quanto l'assessore afferma determina minori emissioni in atmosfera di CO2 e certamente nessuna emissione dannosa per la salute umana.
"Voglio dissipare in modo chiaro i sospetti instillati dalle dichiarazioni dell'assessore", replica l'amministratore, "il digestore è dimensionato esattamente sulle quantità di percolato prodotte dall'impianto. La quantità di rifiuti organici in ingresso non cambiano: sono 91mila tonnellate all'anno. E comunque la finalità principale dell'impianto è la produzione di compost per l'agricoltura. La produzione di biometano si associa per ottimizzare i cicli di trattamento dei rifiuti e delle acque e per rendere più sostenibile l'azienda. La posizione di associazioni come Legambiente in questo senso è ben definita: si tratta di una scelta di economia circolare".
"Questa innovazione", spiega ancora Delle Foglie, "prevede anche un aumento delle superfici (di circa mq. 6000 con la realizzazione di nuovi spazi coperti) per consentire la migliore distribuzione delle le quantità di materiale trattato per ogni capannone, al fine di perfezionare il processo di ossigenazione/stabilizzazione con conseguente riduzione delle emissioni odorigene ed ottimizzazione del lavoro di trattamento dell'aria attraverso gli scrubber e i biofiltri. In sintesi questo sistema garantirà un livello di emissioni odorigene più basso del 75% rispetto ai limiti della legge regionale 23 del 2015".
"E' infine il caso di sottolineare", conclude, "che, diversamente da quanto l'assessore Luciano cerca di far intendere, stiamo realizzando un complesso sistema di monitoraggio degli odori dell'impianto, con nasi elettronici sia all'interno dell'impianto sia sui confini, tutti collegati all'Arpa e da essa controllati".