Smaltimento illecito di rifiuti, nei guai un'azienda di Modugno
Dopo tre mesi di indagini effettuati 4 arresti, lo scarico avveniva in area sottoposta a vincolo paesaggistico
giovedì 18 luglio 2019
11.07
Nella mattinata odierna, sono state eseguite dai militari del Gruppo Carabinieri Forestale di Bari – Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale, con l'ausilio delle Compagnie di Modugno e di Triggiano, delle misure cautelari reali, emesse dall'Ufficio Gip di Bari su richiesta della Procura, nei confronti di 4 soggetti, di cui 2 residenti a Bari e 2 residenti a Triggiano (BA), nonché a carico di una ditta di commercio di metalli ferrosi con sede a Modugno (BA) responsabile ai sensi del D.L.vo 231/2001.
Le indagini, durate per circa tre mesi, e svolte con l'ausilio di strumenti di rilevazione video fotografica, hanno portato alla luce un'attività sistematica di smaltimento illecito di ingenti quantità di rifiuti, prevalentemente plastici, mediante combustione, con conseguente compromissione dell'ambiente a causa della produzione di liquami tossici. L'attività illecita si svolgeva in un terreno in agro di Triggiano, in prossimità di Lama San Giorgio, in area sottoposta a vincolo paesaggistico.
Le contestazioni riguardano i delitti di cui agli artt. 452 bis c.p., 256 bis D.L.vo 152/06:
• Smaltimento illecito di rifiuti speciali di tipo plastico utilizzati in attività agricola e combustione degli stessi sul suolo.
• Inquinamento ambientale per aver cagionato un deterioramento significativo del suolo mediante la produzione di diossine e rifiuti liquidi neri derivanti dalla combustione della plastica.
Con responsabilità per illecito amministrativo derivante da reato a carico dell'impresa per il risparmio dei costi di smaltimento.
In particolare, sono stati sottoposti a sequestro preventivo, ai fini di confisca, una porzione di terreno di circa 1800 mq, 2 autocarri con cassone ribaltabile - utilizzati per il trasporto e lo scarico sul suolo dei rifiuti - 1 autovettura e 2 motocarri utilizzati dai responsabili per il recupero del materiale ferroso e per recarsi sul posto per procedere alle combustioni.
Le indagini, durate per circa tre mesi, e svolte con l'ausilio di strumenti di rilevazione video fotografica, hanno portato alla luce un'attività sistematica di smaltimento illecito di ingenti quantità di rifiuti, prevalentemente plastici, mediante combustione, con conseguente compromissione dell'ambiente a causa della produzione di liquami tossici. L'attività illecita si svolgeva in un terreno in agro di Triggiano, in prossimità di Lama San Giorgio, in area sottoposta a vincolo paesaggistico.
Le contestazioni riguardano i delitti di cui agli artt. 452 bis c.p., 256 bis D.L.vo 152/06:
• Smaltimento illecito di rifiuti speciali di tipo plastico utilizzati in attività agricola e combustione degli stessi sul suolo.
• Inquinamento ambientale per aver cagionato un deterioramento significativo del suolo mediante la produzione di diossine e rifiuti liquidi neri derivanti dalla combustione della plastica.
Con responsabilità per illecito amministrativo derivante da reato a carico dell'impresa per il risparmio dei costi di smaltimento.
In particolare, sono stati sottoposti a sequestro preventivo, ai fini di confisca, una porzione di terreno di circa 1800 mq, 2 autocarri con cassone ribaltabile - utilizzati per il trasporto e lo scarico sul suolo dei rifiuti - 1 autovettura e 2 motocarri utilizzati dai responsabili per il recupero del materiale ferroso e per recarsi sul posto per procedere alle combustioni.