'Siamo petrolieri'. In realtà era una truffa: tre arresti
Il deposito era nella zona industriale
mercoledì 28 novembre 2018
10.08
I Carabinieri della Compagnia di Monopoli (BA), nel corso di un blitz presso l'area industriale di Modugno, hanno arrestato 3 persone e denunciato un quarto con l'accusa di truffa aggrava e riciclaggio.
Si tratta di un imprenditore e 3 operai discontinui, tutti di età compresa fra i 40 e 50 anni, provenienti dall'area del nord barese e con piccoli precedenti per truffa e reati contro il patrimonio, i quali avevano approntato un piano per truffare un'impresa leader in Puglia nel settore della distribuzione di carburante e combustibile, di proprietà di un 60enne, proprietario di vari depositi sparsi a Bari ed a Polignano a Mare (BA).
Il tutto era stato organizzato già da una settimana, quando, mediante un falso profilo mail, presentandosi come i proprietari di un'azienda internazionale del settore petrolifero, avevano intavolato una trattativa volta ad acquistare ben 15.000 litri di benzina. Il carburante sarebbe stato scaricato presso una cisterna sita nell'area industriale di Modugno dove i falsi impresari avrebbero provveduto al pagamento della merce che, come da accordi presi, fra spese di spedizione e viaggio ammontava a circa 21.000 euro. La trattativa è parsa sospetta all'imprenditore il quale ha pensato bene di rivolgersi ai Carabinieri raccontando i fatti. Ai militari non c'è voluto molto a scoprire che l'impresa della quale i truffatori si spacciavano per proprietari era inesistente e non risultava iscritta in nessun pubblico registro.
Ad insospettire i militari si aggiungeva la circostanza che recentemente altre imprese petrolifere, questa volta dell'area tarantina, erano state truffate da falsi acquirenti i quali, dopo aver ottenuto il travaso del carburante nelle cisterne erano svaniti nel nulla. I militari decidevano così di far luce sulla vicenda, pertanto il venditore, unitamente ad alcuni Carabinieri, si recava presso il luogo dove avrebbe dovuto scaricare i litri di benzina, ovvero presso un'autorimessa di trasporti, ricavata in un capannone semi-abbandonato nell'area industriale di Modugno, come dettagliatamente descritto dai truffatori, i quali più volte provvedevano a telefonare alla vittima per essere certi che non disertasse l'appuntamento. Come previsto, l'auto cisterna una volta raggiunto il deposito veniva avvicinata da due operai i quali iniziavano frettolosamente le operazioni di prelevamento dei litri, mentre il conducente del mezzo veniva liquidato con un assegno in busta chiusa.
A quel punto sono intervenuti i militari bloccando i due operai, il proprietario del deposito ed un quarto appena giunto a sincerarsi sull'andamento delle operazioni. L'assegno risultava non trasferibile, infatti non solo era di proprietà di una cittadina barese che ne aveva denunciato lo smarrimento, ma i malfattori avevano anche tentato di "occultarne" la provenienza, apponendogli il timbro di una ditta di fiori, appartenente ad un altro soggetto del tutto ignaro.
Per tre di essi scattava l'arresto e, su disposizione della competente A.G., venivano sottoposti agli arresti domiciliari, mentre il proprietario dell'autorimessa veniva deferito a piede libero, tutti con l'accusa di riciclaggio e truffa aggravata. Infine il carburante è stato restituito all'avente diritto e l'assegno alla donna, con legittima soddisfazione di entrambi.
Si tratta di un imprenditore e 3 operai discontinui, tutti di età compresa fra i 40 e 50 anni, provenienti dall'area del nord barese e con piccoli precedenti per truffa e reati contro il patrimonio, i quali avevano approntato un piano per truffare un'impresa leader in Puglia nel settore della distribuzione di carburante e combustibile, di proprietà di un 60enne, proprietario di vari depositi sparsi a Bari ed a Polignano a Mare (BA).
Il tutto era stato organizzato già da una settimana, quando, mediante un falso profilo mail, presentandosi come i proprietari di un'azienda internazionale del settore petrolifero, avevano intavolato una trattativa volta ad acquistare ben 15.000 litri di benzina. Il carburante sarebbe stato scaricato presso una cisterna sita nell'area industriale di Modugno dove i falsi impresari avrebbero provveduto al pagamento della merce che, come da accordi presi, fra spese di spedizione e viaggio ammontava a circa 21.000 euro. La trattativa è parsa sospetta all'imprenditore il quale ha pensato bene di rivolgersi ai Carabinieri raccontando i fatti. Ai militari non c'è voluto molto a scoprire che l'impresa della quale i truffatori si spacciavano per proprietari era inesistente e non risultava iscritta in nessun pubblico registro.
Ad insospettire i militari si aggiungeva la circostanza che recentemente altre imprese petrolifere, questa volta dell'area tarantina, erano state truffate da falsi acquirenti i quali, dopo aver ottenuto il travaso del carburante nelle cisterne erano svaniti nel nulla. I militari decidevano così di far luce sulla vicenda, pertanto il venditore, unitamente ad alcuni Carabinieri, si recava presso il luogo dove avrebbe dovuto scaricare i litri di benzina, ovvero presso un'autorimessa di trasporti, ricavata in un capannone semi-abbandonato nell'area industriale di Modugno, come dettagliatamente descritto dai truffatori, i quali più volte provvedevano a telefonare alla vittima per essere certi che non disertasse l'appuntamento. Come previsto, l'auto cisterna una volta raggiunto il deposito veniva avvicinata da due operai i quali iniziavano frettolosamente le operazioni di prelevamento dei litri, mentre il conducente del mezzo veniva liquidato con un assegno in busta chiusa.
A quel punto sono intervenuti i militari bloccando i due operai, il proprietario del deposito ed un quarto appena giunto a sincerarsi sull'andamento delle operazioni. L'assegno risultava non trasferibile, infatti non solo era di proprietà di una cittadina barese che ne aveva denunciato lo smarrimento, ma i malfattori avevano anche tentato di "occultarne" la provenienza, apponendogli il timbro di una ditta di fiori, appartenente ad un altro soggetto del tutto ignaro.
Per tre di essi scattava l'arresto e, su disposizione della competente A.G., venivano sottoposti agli arresti domiciliari, mentre il proprietario dell'autorimessa veniva deferito a piede libero, tutti con l'accusa di riciclaggio e truffa aggravata. Infine il carburante è stato restituito all'avente diritto e l'assegno alla donna, con legittima soddisfazione di entrambi.