Primo maggio in Puglia, niente gita fuori porta ma panini a km0
Coldiretti: “La spesa alimentare è tornata indietro di dieci anni su valori del 2010"
sabato 1 maggio 2021
18.11
Chiusi all'interno dei propri comuni, sono circa 2 milioni i pugliesi che hanno dovuto rinunciare alle gita fuori porta e ai pranzi al ristorante o negli agriturismi, con l'unica consolazione dei panini a Km0 preparati nei mercati contadini per brevi passeggiate in riva al mare, sul lungomare o in parchi e giardini.
È quanto afferma Coldiretti Puglia che segnala un boom degli acquisti di panini e cestini fai da te da consumare sui terrazzi o nei giardini delle ville, proposti dai contadini nei Mercati di Campagna Amica di Foggia, Brindisi e Taranto, una iniziativa consolatoria e di speranza per i consumatori pugliesi che vivono ancora i limiti alla movimentazione a causa dell'emergenza Covid, imposti in Puglia ancora in zona arancione.
Con gli agricoltori e gli allevatori della Coldiretti è possibile tra l'altro imparare a riconoscere la fava fresca, scegliere il giusto abbinamento con l'ampia gamma di pecorini che la Puglia è in grado di offrire ma anche scoprire i segreti della grigliata contadina valorizzando tagli di carne meno conosciuti che salvano tasche e palato ed apprendere come cucinare pratici piatti da picnic o preparare merende rustiche con l'aiuto degli agrichef. Cibi semplici e genuini, dai panini al Capocollo di Martina Franca e caciocavallo al classico mozzarella di bufala foggiana e prosciutto di Faeto, fino ai panini vegetariani alle melanzane e pomodori di Manduria o con la crema di cime di rapa, ravanelli e insalata, ma i consumatori hanno anche scleto l'hamburgher e le 'bombette' della Murgia Tarantina per le agri-grigliate fai da te.
Con la Puglia in zona arancione restano ancora chiusi 15mila bar, trattorie, ristoranti, 6500 pizzerie e 900 agriturismi in Puglia che non hanno potuto riaprire neppure all'aperto dal 26 aprile 2021 – insiste Coldiretti Puglia - dopo mesi di lockdown, con effetti pesanti sull'insieme delle attività economiche ed occupazionali.
"La spesa alimentare è tornata indietro di dieci anni su valori del 2010 nonostante che in termini percentuali si sia verificato un aumento rispetto alle altre spese. I consumi alimentari dei pugliesi fanno segnare un calo dell'11,8% per effetto del crollo del canale della ristorazione che non viene compensato dal leggero aumento della spesa domestica", dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
In zona arancione restano sospese tutte le attività di ristorazione e, quindi, anche la somministrazione di pasti e bevande da parte degli agriturismi. E' consentita - precisa Coldiretti Puglia - solo la consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle vicinanze dei locali. In complesso – sottolinea Coldiretti Puglia - quasi 22000 ristoranti, bar, mense e pizzerie e gli agriturismi operanti in Puglia sviluppano un fatturato annuale di oltre 5 miliardi di euro che ora è praticamente azzerato, con i pesanti effetti che si trasferiscono direttamente – conclude Coldiretti Puglia - lungo tutta la filiera a causa del taglio delle forniture di alimenti e bevande colpendo le aziende agricole ed alimentari per le quali è necessario prevedere adeguati ristori.
Una situazione di difficoltà che ha fatto chiudere il 14,4% di bar e ristoranti e gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione – continua la Coldiretti – si fanno sentire a cascata sull'intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all'olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti Puglia – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione e l'agriturismo – precisa la Coldiretti regionale – rappresentano addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.
La possibilità di riaprire le attività di ristorazione sfruttando gli spazi all'aperto – precisa la Coldiretti regionale – salverebbe i 900 agriturismi pugliesi che possono contare su ampie aree all'esterno per assicurare il necessario distanziamento a tavola. Una misura attesa dopo che le chiusure a singhiozzo dall'inizio della pandemia hanno tagliato i redditi degli operatori.
"Gli agriturismi, spesso situati in zone isolate della campagna in strutture con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all'aperto dove le distanze si misurano in ettari, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche", afferma Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti.
Per effetto delle limitazioni imposte alla ristorazione è a rischio un sistema agroalimentare che in Puglia è assicurato grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle – conclude Coldiretti Puglia - più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione che a causa dell'emergenza Covid è sostenuta dalle consegne a domicilio e dall'asporto.
È quanto afferma Coldiretti Puglia che segnala un boom degli acquisti di panini e cestini fai da te da consumare sui terrazzi o nei giardini delle ville, proposti dai contadini nei Mercati di Campagna Amica di Foggia, Brindisi e Taranto, una iniziativa consolatoria e di speranza per i consumatori pugliesi che vivono ancora i limiti alla movimentazione a causa dell'emergenza Covid, imposti in Puglia ancora in zona arancione.
Con gli agricoltori e gli allevatori della Coldiretti è possibile tra l'altro imparare a riconoscere la fava fresca, scegliere il giusto abbinamento con l'ampia gamma di pecorini che la Puglia è in grado di offrire ma anche scoprire i segreti della grigliata contadina valorizzando tagli di carne meno conosciuti che salvano tasche e palato ed apprendere come cucinare pratici piatti da picnic o preparare merende rustiche con l'aiuto degli agrichef. Cibi semplici e genuini, dai panini al Capocollo di Martina Franca e caciocavallo al classico mozzarella di bufala foggiana e prosciutto di Faeto, fino ai panini vegetariani alle melanzane e pomodori di Manduria o con la crema di cime di rapa, ravanelli e insalata, ma i consumatori hanno anche scleto l'hamburgher e le 'bombette' della Murgia Tarantina per le agri-grigliate fai da te.
Con la Puglia in zona arancione restano ancora chiusi 15mila bar, trattorie, ristoranti, 6500 pizzerie e 900 agriturismi in Puglia che non hanno potuto riaprire neppure all'aperto dal 26 aprile 2021 – insiste Coldiretti Puglia - dopo mesi di lockdown, con effetti pesanti sull'insieme delle attività economiche ed occupazionali.
"La spesa alimentare è tornata indietro di dieci anni su valori del 2010 nonostante che in termini percentuali si sia verificato un aumento rispetto alle altre spese. I consumi alimentari dei pugliesi fanno segnare un calo dell'11,8% per effetto del crollo del canale della ristorazione che non viene compensato dal leggero aumento della spesa domestica", dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
In zona arancione restano sospese tutte le attività di ristorazione e, quindi, anche la somministrazione di pasti e bevande da parte degli agriturismi. E' consentita - precisa Coldiretti Puglia - solo la consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22 la ristorazione con asporto, con divieto di consumazione sul posto o nelle vicinanze dei locali. In complesso – sottolinea Coldiretti Puglia - quasi 22000 ristoranti, bar, mense e pizzerie e gli agriturismi operanti in Puglia sviluppano un fatturato annuale di oltre 5 miliardi di euro che ora è praticamente azzerato, con i pesanti effetti che si trasferiscono direttamente – conclude Coldiretti Puglia - lungo tutta la filiera a causa del taglio delle forniture di alimenti e bevande colpendo le aziende agricole ed alimentari per le quali è necessario prevedere adeguati ristori.
Una situazione di difficoltà che ha fatto chiudere il 14,4% di bar e ristoranti e gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione – continua la Coldiretti – si fanno sentire a cascata sull'intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all'olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti Puglia – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione e l'agriturismo – precisa la Coldiretti regionale – rappresentano addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.
La possibilità di riaprire le attività di ristorazione sfruttando gli spazi all'aperto – precisa la Coldiretti regionale – salverebbe i 900 agriturismi pugliesi che possono contare su ampie aree all'esterno per assicurare il necessario distanziamento a tavola. Una misura attesa dopo che le chiusure a singhiozzo dall'inizio della pandemia hanno tagliato i redditi degli operatori.
"Gli agriturismi, spesso situati in zone isolate della campagna in strutture con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all'aperto dove le distanze si misurano in ettari, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche", afferma Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti.
Per effetto delle limitazioni imposte alla ristorazione è a rischio un sistema agroalimentare che in Puglia è assicurato grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle – conclude Coldiretti Puglia - più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione che a causa dell'emergenza Covid è sostenuta dalle consegne a domicilio e dall'asporto.