PD Modugno: «La questione del Bubbone non è finita. Anzi»
Nei giorni scorsi è cominciato l'abbattimento, ma il partito cittadino critica il non aver atteso l'esito del ricorso
giovedì 31 ottobre 2019
18.05
Dal PD di Modugno riceviamo e pubblichiamo:
«Una premessa è d'obbligo. Siamo del tutto favorevoli all'abbattimento di questo rudere, dichiarato abusivo nella sua maggior parte, così come siamo in attesa che vengano demoliti tutti i fabbricati abusivi verso i quali il Comune ha già emesso ordinanza di demolizione. Il rudere del Cecilia non è l'unico. Il TAR Puglia nel 2016 ha dichiarato con sentenza la legittimità della demolizione. Avverso detta sentenza la proprietà, tra la fine del 2016 e l'inizio del 2017, ha promosso ricorso in appello con istanza di sospensiva che è stata rigettata dal Consiglio di Stato per ben due volte, da ultimo nell'sgosto 2019. A questo punto la proprietà potrebbe promuovere (ha termine per farlo 5 anni dalla presentazione del ricorso e, quindi, ancora nei termini per esperirla), istanza di fissazione di udienza per la discussione nel merito del ricorso e, dunque, per ottenere la sentenza definitiva questa volta nel merito della vicenda. Il consiglio comunale in data 23 ottobre 2018, è stato chiamato a definire l'assenza della pubblica utilità del rudere, quindi a ratificare di fatto la decisione della Giunta di procedere alla demolizione. Il PD, assieme a tutta la minoranza, si è astenuto in quella votazione, dichiarando inequivocabilmente il proprio favore alla ipotesi di demolizione ma sollecitando prudenza all'amministrazione e ai consiglieri comunali di maggioranza, in virtù di una vicenda giudiziaria in sede amministrativa che di fatto non si è ancora conclusa, perchè quei cinque anni dal ricorso presentato dalla proprietà presso il Consiglio di Stato non sono ancora definitivamente decorsi. Certo la proprietà può chiedere "solo" che il Consiglio di Stato pronunci la propria sentenza di merito. È possibile, ma non ancora certo, che il Comune abbia ragione in via definitiva, avendo rigettato il Consiglio di Stato per ben due volte la richiesta di sospensiva della demolizione. Infine è possibile, che dopo aver esaurito tutti i gradi di giudizio amministrativo in sede nazionale, la proprietà interpelli sedi giudiziarie sovranazionali come la Corte di Strasburgo e così via. Di certo siamo del tutto favorevoli alla demolizione. Di certo non abbiamo alcuna solidarietà con la proprietà, che in più di quarant'anni non ha acconsentito neanche alla Rigenerazione dell'intera area, in attesa di "occasioni" economicamente più vantaggiose. Come dimenticare il PIRP (Programma Integrato di Riqualificazione delle Periferie), saltato all'ultimo minuto?
Di certo sarebbe stato più opportuno attendere la sentenza di merito (come anche sottolineato dai tecnici comunali). Di certo, certi provvedimenti, aiutano parecchio quando ci si avvicina alla campagna elettorale. Di certo, le campagne elettorali, sarebbe meglio farle senza mettere a rischio le tasche dei contribuenti. È certo, in qualunque caso, che, se si demolisce il "bubbone" del Cecilia, devono essere demoliti tutti i fabbricati abusivi, dopo che anche in questo caso siano stati esauriti tutti i gradi di giudizio amministrativo. Specie se sono allocati in zone di rispetto paesaggistico, specie se su di essi pende già una ordinanza comunale di demolizione, specie se una sentenza del TAR Puglia ne riconosce la natura abusiva».
«Una premessa è d'obbligo. Siamo del tutto favorevoli all'abbattimento di questo rudere, dichiarato abusivo nella sua maggior parte, così come siamo in attesa che vengano demoliti tutti i fabbricati abusivi verso i quali il Comune ha già emesso ordinanza di demolizione. Il rudere del Cecilia non è l'unico. Il TAR Puglia nel 2016 ha dichiarato con sentenza la legittimità della demolizione. Avverso detta sentenza la proprietà, tra la fine del 2016 e l'inizio del 2017, ha promosso ricorso in appello con istanza di sospensiva che è stata rigettata dal Consiglio di Stato per ben due volte, da ultimo nell'sgosto 2019. A questo punto la proprietà potrebbe promuovere (ha termine per farlo 5 anni dalla presentazione del ricorso e, quindi, ancora nei termini per esperirla), istanza di fissazione di udienza per la discussione nel merito del ricorso e, dunque, per ottenere la sentenza definitiva questa volta nel merito della vicenda. Il consiglio comunale in data 23 ottobre 2018, è stato chiamato a definire l'assenza della pubblica utilità del rudere, quindi a ratificare di fatto la decisione della Giunta di procedere alla demolizione. Il PD, assieme a tutta la minoranza, si è astenuto in quella votazione, dichiarando inequivocabilmente il proprio favore alla ipotesi di demolizione ma sollecitando prudenza all'amministrazione e ai consiglieri comunali di maggioranza, in virtù di una vicenda giudiziaria in sede amministrativa che di fatto non si è ancora conclusa, perchè quei cinque anni dal ricorso presentato dalla proprietà presso il Consiglio di Stato non sono ancora definitivamente decorsi. Certo la proprietà può chiedere "solo" che il Consiglio di Stato pronunci la propria sentenza di merito. È possibile, ma non ancora certo, che il Comune abbia ragione in via definitiva, avendo rigettato il Consiglio di Stato per ben due volte la richiesta di sospensiva della demolizione. Infine è possibile, che dopo aver esaurito tutti i gradi di giudizio amministrativo in sede nazionale, la proprietà interpelli sedi giudiziarie sovranazionali come la Corte di Strasburgo e così via. Di certo siamo del tutto favorevoli alla demolizione. Di certo non abbiamo alcuna solidarietà con la proprietà, che in più di quarant'anni non ha acconsentito neanche alla Rigenerazione dell'intera area, in attesa di "occasioni" economicamente più vantaggiose. Come dimenticare il PIRP (Programma Integrato di Riqualificazione delle Periferie), saltato all'ultimo minuto?
Di certo sarebbe stato più opportuno attendere la sentenza di merito (come anche sottolineato dai tecnici comunali). Di certo, certi provvedimenti, aiutano parecchio quando ci si avvicina alla campagna elettorale. Di certo, le campagne elettorali, sarebbe meglio farle senza mettere a rischio le tasche dei contribuenti. È certo, in qualunque caso, che, se si demolisce il "bubbone" del Cecilia, devono essere demoliti tutti i fabbricati abusivi, dopo che anche in questo caso siano stati esauriti tutti i gradi di giudizio amministrativo. Specie se sono allocati in zone di rispetto paesaggistico, specie se su di essi pende già una ordinanza comunale di demolizione, specie se una sentenza del TAR Puglia ne riconosce la natura abusiva».