Odori o puzze? Il consigliere piddino Del Zotti: 'cosa sta facendo il Comune?'
Interrogazione al sindaco e agli assessori Luciano e Sciannimanico
lunedì 13 agosto 2018
20.28
Il Comune ha effettuato un censimento sulle sorgenti odorifere delle imprese per accertarsi di eventuali problemi e quindi, al tempo stesso, di risolverli? A domandarlo è il consigliere di minoranza del Pd Vito Del Zotti che, in una interrogazione inviata al sindaco Nicola Magrone e all'assessore all'Ambiente Tina Luciano e alle Attività Produttive Danilo Sciannimanico, ha chiesto lumi sulla questione. In modo particolare, l'esponente di opposizione si chiede se il Comune dia piena attuazione alla Legge regionale n.23 del 2015, quella che disciplina, appunto, l'emissione delle sorgenti odorifere delle imprese. All'art. 1 la legge del 16 aprile 2015 definisce che "tutti i processi di lavorazione che comportano emissioni odorigene (derivanti da vasche, serbatoi aperti, stoccaggi in cumuli, o altri processi che generino emissioni diffuse), devono essere svolti in ambiente confinato e dotato di adeguato sistema di captazione e convogliamento con successivo trattamento delle emissioni. Inoltre, sempre al medesimo comma, si definisce come in caso di documentata impossibilità tecnica di realizzare idoneo sistema di convogliamento delle emissioni di processo, l'autorità competente, su richiesta del gestore, può autorizzare emissioni diffuse di sostanze odorigene che devono comunque osservare le concentrazioni limite stabilita nell'allegato tecnico della Legge Regionale citata. I gestori devono quindi adottare tecnologie idonee e dimensionare gli impianti in modo da evitare alla popolazione ogni disturbo o molestia derivante dalle emissioni odorigene e devono comunicare al comune territorialmente competente, oltre all'autorità competente ed all'autorità di controllo, i dati relativi ai controlli delle emissioni, da effettuare con frequenza almeno semestrale. Nell'eventualità di segnalazione di disturbo o molestia, confermate da ARPA Puglia attraverso indagini analitiche, dovrà presentare entro 30 giorni dalla richiesta formale presentata dall'Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale, un piano di mitigazione e/o eliminazione delle emissioni da attuare entro dodici mesi o nei termini stabiliti dall'autorità competente. Il consigliere si chiede quindi se tutto questo, a Modugno, sia stato messo in atto o se, invece, si debba iniziare a cercare delle soluzioni alternative per risolvere un problema che, da tempo, i cittadini stanno lamentando.