Non c'è pace per gli ex Om di Modugno, sit-in per la mobilità in deroga

Nonostante le conferme nessun sussidio è arrivato da giugno scorso, intanto si dilatano i tempi per la reindustrializzazione

mercoledì 29 gennaio 2020 8.46
A cura di Elga Montani
Gli ex Om a Bari non riescono a vedere la tanto desiderata luce in fondo a un tunnel ormai lungo quasi dieci anni. Dopo le rassicurazioni da parte di Governo e Regione e la conferma della mobilità in deroga, ad oggi si trovano ancora senza alcun sostentamento economico dal giugno scorso. E per questo motivo i sindacati hanno proclamato un nuovo sit-in, l'ennesimo di questa brutta storia, per domani dalle 11.30 alle 16 davanti alla sede dell'assessorato regionale alla formazione e al lavoro.

«Questa manifestazione - dichiara Samantha Partipilo di UGL Metalmeccanici - è per reclamare l'indennità di mobilità in deroga da giugno 2019, che non è stato ancora autorizzata. Lo facciamo per sensibilizzare le istituzioni perché abbiano la responsabilità del fatto che dietro le loro firme ci sono persone, e famiglie, senza reddito da molti mesi».

Intanto, lunedì pomeriggio c'è stato l'ultimo incontro tra le parti e Selektica per definire un'ulteriore volta il piano industriale e comprendere bene i tempi e i modi in cui andrà a realizzarsi quella che da molti era stata definita una specie di "rinascita" dello stabilimento che per anni ha ospitato la ex Om. Purtroppo, e prime stime si sono rivelate illusorie, in quanto alla firma dell'accordo si parlava di assunzioni a partire dai primi mesi del 2020, e ora a gennaio 2020 si parla invece della necessità di impiegare ancora almeno 18 mesi per iniziare.

«La società ha presentato il piano industriale - spiega Partipilo - che prevede un investimento di 13,3 milioni di euro per 2 linee di produzione (1 per la plastica e 1 per il vetro) e l'impiego di 128 lavoratori ex Om con le varie tipologie di contratto. Ciò che ci preoccupa sono i tempi, occorre attendere fino a fine aprile per le autorizzazioni ambientali, attendere le autorizzazioni del progetto da parte di Puglia Sviluppo ed ancora attendere i lavoratori di ammodernamento del capannone e di installazione degli impianti che porteranno via altri 18 mesi, a decorrere da tutte le autorizzazioni. Resta la preoccupazione per come dovranno vivere i lavoratori nell'attesa».

«L'azienda e la bontà del progetto sono davvero di grandissimo spessore - ribadisce Andea Toma di Uilm - ma, precauzionalmente, abbiamo ritenuto opportuno rimettere in esercizio un tavolo di concertazione regionale. Riteniamo che gli attori firmatari del protocollo di intesa (istituzioni, azienda, parti sociali e comuni) debbano fare sistema. Il tempo non deve essere assolutamente inflazionato per problematiche di natura politica, per noi questa variabile è tossica per i lavoratori e per la prossima occupazione».