Maltempo in Puglia, KO pomodori, angurie e meloni
Seriamente danneggiati anche serre di ortaggi e tendoni di uva da tavola a causa dei violenti nubifragi che hanno provocato smottamenti e allagamenti
lunedì 15 luglio 2019
11.48
In 15 giorni in Puglia, dall'1 al 15 luglio, si sono abbattuti 3 tornado, 5 trombe d'aria e 10 grandinate killer che hanno messo KO le produzioni pronte per essere raccolte come pomodori, angurie, meloni, hanno danneggiato gravemente serre di ortaggi e tendoni di uva da tavola e i violenti nubifragi hanno provocato smottamenti e allagamenti. È quanto emerge dall'analisi di Coldiretti Puglia rispetto all'ultima straordinaria ondata di maltempo che ha investito l'intera regione, distruggendo verdure, frutta e cereali prossimi alla raccolta e mandando in fumo un intero anno di lavoro, sulla base della Banca dati europea sugli eventi estremi ESWD.
«L'assessorato regionale all'agricoltura deve attivare le immediate verifiche in campo per la richiesta di declaratoria di stato di calamità naturale. E' indispensabile che i territori rurali vengano tutelati con efficacia ed immediatezza rispetto ad eventi di tale eccezionalità", ribadisce Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. Piante e ulivi sradicati, albicocche, pesche, meloni e angurie falcidiati, campi di grano allettati dall'acqua e dalle raffiche di vento, smottamenti e allagamenti sono il risultato dei temporali intensi accompagnati da grandinate killer che hanno colpito il territorio a macchia di leopardo.
«Il clima impazzito continua ad avere effetti disastrosi sul territorio e si abbatte su un territorio fragile, dove 232 comuni su 258 (78%) sono a rischio idrogeologico con diversa pericolosità idraulica e geomorfologica, secondo i dati ISPRA. Sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni, mentre a pagare il conto economico più salato sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territor - rileva ancora Muraglia - È molto grave che all'appello manchino 162mila ettari di suolo consumato sulla totale della superficie territoriale pugliese. I cambiamenti in atto riguardano contesti prevalentemente agricoli o naturali per il 67%, perché in Puglia la terra frana e si consuma anche a causa dell'abbandono delle aree rurali per fattori diversi, a cui si aggiungono fenomeni meteorologici sempre più intensi, concentrati in poche ore e su aree circoscritte, con alluvioni e danni anche in aree non eccessivamente antropizzate, per non parlare della criminalità sempre più dilagante».
In Puglia nel 2017 sono andati in fumo altri 410 ettari di suolo, pari all'8,35% della superficie territoriale – conclude Coldiretti Puglia - con un aumento di suolo consumato in 1 anno dal 2016 al 2017 dello 0,25%, passati da 161.606 ettari consumati nel 2016 a 162.016 nel 2017, secondo i dati del Rapporto sul consumo del suolo dell'ISPRA. Sono gli effetti dei cambiamenti climatici che si manifestano con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 2 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
«L'assessorato regionale all'agricoltura deve attivare le immediate verifiche in campo per la richiesta di declaratoria di stato di calamità naturale. E' indispensabile che i territori rurali vengano tutelati con efficacia ed immediatezza rispetto ad eventi di tale eccezionalità", ribadisce Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. Piante e ulivi sradicati, albicocche, pesche, meloni e angurie falcidiati, campi di grano allettati dall'acqua e dalle raffiche di vento, smottamenti e allagamenti sono il risultato dei temporali intensi accompagnati da grandinate killer che hanno colpito il territorio a macchia di leopardo.
«Il clima impazzito continua ad avere effetti disastrosi sul territorio e si abbatte su un territorio fragile, dove 232 comuni su 258 (78%) sono a rischio idrogeologico con diversa pericolosità idraulica e geomorfologica, secondo i dati ISPRA. Sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni, mentre a pagare il conto economico più salato sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territor - rileva ancora Muraglia - È molto grave che all'appello manchino 162mila ettari di suolo consumato sulla totale della superficie territoriale pugliese. I cambiamenti in atto riguardano contesti prevalentemente agricoli o naturali per il 67%, perché in Puglia la terra frana e si consuma anche a causa dell'abbandono delle aree rurali per fattori diversi, a cui si aggiungono fenomeni meteorologici sempre più intensi, concentrati in poche ore e su aree circoscritte, con alluvioni e danni anche in aree non eccessivamente antropizzate, per non parlare della criminalità sempre più dilagante».
In Puglia nel 2017 sono andati in fumo altri 410 ettari di suolo, pari all'8,35% della superficie territoriale – conclude Coldiretti Puglia - con un aumento di suolo consumato in 1 anno dal 2016 al 2017 dello 0,25%, passati da 161.606 ettari consumati nel 2016 a 162.016 nel 2017, secondo i dati del Rapporto sul consumo del suolo dell'ISPRA. Sono gli effetti dei cambiamenti climatici che si manifestano con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 2 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.