I responsabili del disastro aereo di Capo Gallo chiedono la grazia
Nell'incidente morì la 27enne modugnese Paola Di Ciaula, lo sdegno dell'associazione dei familiari
mercoledì 15 maggio 2019
13.59
Sono passati ormai quattordici anni dal 6 agosto 2005, giorno in cui l'Atr72 della Tuninter, partito da Bari e diretto a Djerba, finì il suo volo nelle gelide acque di Capo Gallo al largo della Sicilia. Una ferita ancora aperta per i famigliari delle vittime, che ogni anno continuano a chiedere giustizia per i 16 morti e i 23 feriti di un incidente che poteva essere evitato e i cui responsabili, decretati da una sentenza della Cassazione, non hanno mai scontato la loro pena. E ora giunge beffarda l'ultima richiesta degli avvocati dei sette ritenuti responsabili a vario titolo di quanto accaduto: la grazia.
«Apprendo poco fa dall'avvocato Amenduni l'ultima novità nonché "beffa"della nostra assurda vicenda - scrivono dall'Associazione Capo Gallo 6 agosto 2005 - tutti i parenti delle vittime e i superstiti saranno chiamati dal Procuratore generale del tribunale di Palermo per pronunciarsi sulla richiesta di grazia, inoltrata al Presidente della Repubblica italiana dai legali dei 7 responsabili del disastro aereo del 6 agosto 2005 a Capo Gallo».
«Hanno avuto uno sconto notevole di pena - sottolineano - Nessuno ha fatto un giorno di galera, la sentenza definitiva della loro condanna non è stata applicata. Ogni anniversario chiediamo giustizia e certezza della pena alle autorità preposte e questi, o chi per loro, hanno la faccia tosta di chiedere la grazia come se 16 morti e 23 superstiti non contassero nulla».
«Apprendo poco fa dall'avvocato Amenduni l'ultima novità nonché "beffa"della nostra assurda vicenda - scrivono dall'Associazione Capo Gallo 6 agosto 2005 - tutti i parenti delle vittime e i superstiti saranno chiamati dal Procuratore generale del tribunale di Palermo per pronunciarsi sulla richiesta di grazia, inoltrata al Presidente della Repubblica italiana dai legali dei 7 responsabili del disastro aereo del 6 agosto 2005 a Capo Gallo».
«Hanno avuto uno sconto notevole di pena - sottolineano - Nessuno ha fatto un giorno di galera, la sentenza definitiva della loro condanna non è stata applicata. Ogni anniversario chiediamo giustizia e certezza della pena alle autorità preposte e questi, o chi per loro, hanno la faccia tosta di chiedere la grazia come se 16 morti e 23 superstiti non contassero nulla».