Gelate in Puglia, perso il 90% delle mandorle e l'80% delle ciliegie primizie

Raccolto distrutto, evidenti i segni delle "bruciature". Sopralluoghi dell'ispettorato agrario nei campi in provincia di Bari

lunedì 25 maggio 2020 15.12
Sopralluoghi dell'Ispettorato agrario della Regione Puglia, accompagnati dai tecnici di Coldiretti BARI e BAT, per la verifica dei danni in campagna causati dalle gelate del 24 e 25 marzo scorsi con le gravi ripercussioni su mandorli e ciliegi a Putignano, Grumo, Toritto, Bitetto, Bitonto, Acquaviva, Turi, Castellana, Conversano, Valenzano, Capurso, Adelfia, Casamassima, Rutigliano, Noicattaro, Sammichele, Minervino Murge, Poggiorsini, Canosa, a Corato e successivamente ad Andria, Sannicandro, Binetto, Palo, Gioia del Colle, Santeramo e Altamura.

«È evidente quanto siano stati disastrosi sulle province di Bari e BAT gli effetti delle gelate sui ciliegi e sui mandorli, dove sono evidenti i segni delle 'bruciature', dei fiori secchi con l'evidente perdita secca di prodotto, con un crollo del raccolto di mandorle fino al 90% e delle ciliegie primizie dell'80%. E' triste vedere che è sopravvissuta una manciata di mandorle ad albero, un disastro», denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Bari e BAT.

Attualmente in Puglia è destinata alla coltivazione del mandorlo una superficie pari a 19.428 ettari (pari al 35,05% della superficie nazionale coltivata a mandorlo), che ha fornito una produzione totale di 264.670 quintali di mandorle, un terzo del totale nazionale (33%). Tali cifre, collocano la Puglia al secondo posto fra le regioni italiane, dopo la Sicilia. In Puglia le mandorle sono prevalentemente coltivate in provincia di Bari con una produzione di 148mila quintali e 12.500 ettari, pari al 63% della superficie pugliese coltivata, e ben il 96% della superficie regionale destinata a frutta in guscio è investita a mandorlo, aggiunge Coldiretti Puglia.

«È evidente – insiste il presidente Muraglia – la perdita economica causata dalle gelate che gli imprenditori agricoli registrano proprio sul futuro mancato raccolto di mandorle e rispetto alle ripercussioni sulla produzione di ciliegie, per cui è urgente la dichiarazione di stato di calamità, per cui abbiamo già chiesto formalmente la declaratoria a marzo scorso». È stata strage in campagna per il gelo che ha interessato la Puglia con temperature fino a – 5 gradi dopo un inverno bollente e danni ingenti su primizie come i piselli, verdure in pieno campo come asparagi, carciofi, finocchi, cicorie, con gravi danni sul grano e sulle patate, sugli alberi da frutto come i ciliegi, sui mandorli, fino ad arrivare alle gravi gelate a carico dei vigneti di uva va da tavola e da vino, con la repentina ondata di gelo che ha interessato anche gli impianti irrigui e le tubature con l'acqua trasformata in stalattiti di ghiaccio.

Sono disastrosi gli effetti sui campi della tropicalizzazione del clima che azzera in pochi attimi gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l'aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a siccità perdurante. Di fronte al ripetersi di queste situazioni imprevedibili diventa sempre più strategico il ricorso all'assicurazione – conclude Coldiretti Puglia - quale strumento per la migliore gestione del rischio, mentre è stato potenziato il servizio di assistenza tecnica alle aziende per la difesa delle colture dalle avversità meteoriche e per il supporto alle scelte operative aziendali.

L'agricoltura pugliese per effetto dei cambiamenti climatici ha perso più di 3 miliardi di euro nel corso del decennio tra produzione agricola, strutture e infrastrutture rurali.