Furto d'auto in pieno giorno a Modugno
L'episodio è avvenuto ieri, in via Zippitelli, sotto gli occhi dei passanti
martedì 4 giugno 2024
9.01
«Chiamate la polizia». Sono le urla di un passante che, smartphone in mano, immortala l'ennesimo furto di un'auto avvenuto poco dopo le 15 di ieri pomeriggio nella vasta zona industriale di Modugno. Un gruppetto di tre ladri, tutti rigorosamente vestiti di nero e a volto coperto, è riuscito a rubare da via Zippitelli, strada che ospita diverse concessionarie, una Bmw serie 3 spingendola con un'altra auto.
Un furto - l'ennesimo in terra di Bari - avvenuto in pieno giorno. Nel video che circola sui social network e che è diventato in poco tempo virale, circolando nelle chat di WhatsApp, si odono le imprecazioni di un passante che filma il furto, invoca l'intervento delle forze dell'ordine («Chiamate la polizia», urla più volte, senza ottenere l'effetto sperato) e si vede una Seat Cupra, già notata sul luogo di precedenti furti, che spinge il mezzo, molto probabilmente verso l'imbocco della strada statale 96. Il modus operandi è quello consueto: dopo aver messo fuori uso i cavi dei freni posteriori dell'auto predestinata e aver distrutto il finestrino lato conducente, il mezzo viene rubato e spinto via, in modo da metterlo in moto e, infine, fuggire con il bottino. Tutto in meno di un minuto, nonostante le urla dei passanti e le telefonate al numero d'emergenza 112. Anche stavolta, purtroppo, "l'impresa" dei banditi è andata a buon fine.
La tecnica non è affatto nuova, episodi analoghi sono già stati raccontati non solo a Bari, ma anche nel circondario: le segnalazioni di colpi simili, infatti, si susseguono in ogni dove. Un fenomeno sempre in fermento che vede coinvolte vere organizzazioni criminali al cui interno opera una "squadra operativa" dedita al furto del mezzo, la "squadra dei tagliatori" che seziona le auto in aperta campagna e, infine, una "piattaforma logistica" in grado di ripulire i pezzi nei circuiti dei demolitori compiacenti attraverso una documentazione soltanto apparentemente lecita.
Il video, infine, è stato inoltrato alla polizia di stato per le indagini del caso su un problema che rappresenta una vera e propria piaga del territorio. Al vaglio degli investigatori anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza pubbliche e private della zona per provare a ricostruire la via di fuga dei banditi.
Un furto - l'ennesimo in terra di Bari - avvenuto in pieno giorno. Nel video che circola sui social network e che è diventato in poco tempo virale, circolando nelle chat di WhatsApp, si odono le imprecazioni di un passante che filma il furto, invoca l'intervento delle forze dell'ordine («Chiamate la polizia», urla più volte, senza ottenere l'effetto sperato) e si vede una Seat Cupra, già notata sul luogo di precedenti furti, che spinge il mezzo, molto probabilmente verso l'imbocco della strada statale 96. Il modus operandi è quello consueto: dopo aver messo fuori uso i cavi dei freni posteriori dell'auto predestinata e aver distrutto il finestrino lato conducente, il mezzo viene rubato e spinto via, in modo da metterlo in moto e, infine, fuggire con il bottino. Tutto in meno di un minuto, nonostante le urla dei passanti e le telefonate al numero d'emergenza 112. Anche stavolta, purtroppo, "l'impresa" dei banditi è andata a buon fine.
La tecnica non è affatto nuova, episodi analoghi sono già stati raccontati non solo a Bari, ma anche nel circondario: le segnalazioni di colpi simili, infatti, si susseguono in ogni dove. Un fenomeno sempre in fermento che vede coinvolte vere organizzazioni criminali al cui interno opera una "squadra operativa" dedita al furto del mezzo, la "squadra dei tagliatori" che seziona le auto in aperta campagna e, infine, una "piattaforma logistica" in grado di ripulire i pezzi nei circuiti dei demolitori compiacenti attraverso una documentazione soltanto apparentemente lecita.
Il video, infine, è stato inoltrato alla polizia di stato per le indagini del caso su un problema che rappresenta una vera e propria piaga del territorio. Al vaglio degli investigatori anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza pubbliche e private della zona per provare a ricostruire la via di fuga dei banditi.