Ferrante a teatro per raccontare una storia vera
Oggi alla Cittadella delle Arti
sabato 10 marzo 2018
8.36
Lo spettacolo parte dall'esigenza di raccontare un avvenimento realmente accaduto. La storia, che andrà in scena oggi sul palco della Cittadella delle Arti, si sviluppa su tre piani: quello del reale, della finzione e del mondo virtuale. Arcangelo è l' occasione di un padre attore, che coglie un momento particolare della sua vita, la patologia agli occhi di suo figlio, per dar sfogo al suo narcisismo; una serie di aneddoti che fanno parte del suo vissuto personale, che raccontate in teatro assumono un sapore paradossale, surreale, quasi finto. La storia tutta personale si apre a uno sguardo più generale abbracciando vari temi legati alla disabilità dell'ipovisione e della cecità. Ferrante in questo lavoro si divide in tre ruoli: quello del padre, dell'attore, e dell'uomo comune ossessionato da facebook, che non ammette a se stesso di essere vittima di una semplice e banale crisi di mezz'età, nel momento in cui la vita gli pone un problema ben più serio. Facebook diventa, così, un modo per "non vedere" il problema di suo figlio e le conseguenze difficili che comporta e una strategia per cercare un rifugio sul piano virtuale. Arcangelo è anche un' occasione per indagare sullo svuotamento del significato delle parole, sull'uso smoderato dei concetti filosofici profondi, che trovano facile consenso sui social network e dove tutti hanno il proprio momento di gloria, misurato dalla quantità dei "mi piace", finanche una zia vedova che per sentirsi viva è costretta a chattare con le amiche di sempre. Prima si faceva davanti a una sedia, fuori dalla porta di casa, adesso si fa davanti a una tastiera, dentro la porta di casa. Arcangelo è sicuramente una storia che invita lo spettatore a ridere sulle nostre avventure, personali, sociali e contemporanee senza sentirne il peso della disavventura.