Esplosione nella fabbrica Bruscella, titolare sopravvissuto patteggia 4 anni
Nel disastro morirono 10 persone
venerdì 18 gennaio 2019
19.15
Antonio Bruscella, l'unico socio dell'azienda di fuochi d'artificio di Modugno sopravvissuto all'esplosione del 24 luglio 2015, ha patteggiato una pena di 4 anni di reclusione.
Bruscella è imputato nel procedimento per l'esplosione della fabbrica, a causa della quale morirono 10 persone, e risponde dei reati di disastro colposo, violazioni di numerose norme relative alla sicurezza sul lavoro, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.
Il patteggiamento è stato proposto da Bruscella nell'udienza preliminare celebratasi questa mattina nell'aula bunker di Bitonto. Il Gup Francesco Mattiace ha accolto la richiesta.
Stando alle indagini della Procura di Bari, coordinate dai pm Grazia Errede e Domenico Minardi, l'esplosione fu causata da una eccessiva quantità di polvere da sparo e dall'utilizzo di utensili non idonei a tagliare sostanze esplodenti. Sono state anche accertate numerose violazioni alle norme sulla sicurezza, come il mancato utilizzo di indumenti ignifughi. Nell'esplosione morirono il fratello dell'imputato, Vincenzo Bruscella, e il nipote Michele, (entrambi titolari della fabbrica insieme con Antonio Bruscella), il cognato Vincenzo Armenise, il cugino Michele Pellicani, lo studente 20enne di Napoli Riccardo Postiglione, che era lì quel giorno perché stava lavorando ad un sistema elettronico di fuochi musicali, gli amici e collaboratori Giuseppe Pellegrino e Vincenzo Di Chirico e gli operai Banga Harbaajan, Nigah Kumar e Merja Saimir.
Bruscella è imputato nel procedimento per l'esplosione della fabbrica, a causa della quale morirono 10 persone, e risponde dei reati di disastro colposo, violazioni di numerose norme relative alla sicurezza sul lavoro, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose.
Il patteggiamento è stato proposto da Bruscella nell'udienza preliminare celebratasi questa mattina nell'aula bunker di Bitonto. Il Gup Francesco Mattiace ha accolto la richiesta.
Stando alle indagini della Procura di Bari, coordinate dai pm Grazia Errede e Domenico Minardi, l'esplosione fu causata da una eccessiva quantità di polvere da sparo e dall'utilizzo di utensili non idonei a tagliare sostanze esplodenti. Sono state anche accertate numerose violazioni alle norme sulla sicurezza, come il mancato utilizzo di indumenti ignifughi. Nell'esplosione morirono il fratello dell'imputato, Vincenzo Bruscella, e il nipote Michele, (entrambi titolari della fabbrica insieme con Antonio Bruscella), il cognato Vincenzo Armenise, il cugino Michele Pellicani, lo studente 20enne di Napoli Riccardo Postiglione, che era lì quel giorno perché stava lavorando ad un sistema elettronico di fuochi musicali, gli amici e collaboratori Giuseppe Pellegrino e Vincenzo Di Chirico e gli operai Banga Harbaajan, Nigah Kumar e Merja Saimir.